domenica 30 marzo 2008

Elliott e l’ Euro

La situazione attuale dell’euro nei confronti del dollaro americano non e’ dissimile da quella descritta nell’articolo del 21 marzo scorso. Si e’ solo spostato il conteggio delle onde in maniera più adeguata rispetto alla personalità delle onde stesse.
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A partire dalla metà del 2006 le quotazioni dell’euro, dopo aver toccato la MM ad 1 anno, sono proseguite al rialzo staccandosi da essa ed accelerando con decisione verso l’alto. Considerata terminata la correzione sul finire del 2005 con l’onda II (oppure B) di grado Ciclo, da allora si e’ assistito ad una ripresa inizialmente piuttosto timida, dati i livelli abbastanza alti raggiunti, circa 1,30 rispetto al dollaro; poi la svolta, o meglio la conferma: il movimento diventa fortemente speculativo (allontanamento dalla MM di lungo periodo) ed assume un andamento parabolico, tipico in queste fasi. Questo conferisce al tutto un senso di omogeneità riconducibile quindi ad una sola unica onda.
La lunga onda III (o C) di grado superiore Ciclo e’ identificabile come una estensione della cinque di grado inferiore (Primario), infatti in quest’ultima sono distinguibili le tipiche nove sotto-onde di grado Intermedio, che hanno formato la sotto-onda 3 (verde). Ci troveremmo pertanto nello stadio di accelerazione dato dall’avvento della sotto-onda 5, che però va detto, alla fine potrebbe rivelarsi essere ugualmente parte integrante della 3. Detto in altre parole, l’attuale sotto-onda 5 potrebbe ancora essere un’ulteriore estensione della 3, che vedrebbe al suo interno 13 sub-onde anziché 9.
Qualunque delle due eventualità si rivelasse corretta, avremo per i prossimi mesi un ennesimo rafforzamento dell’euro. L’incremento del +2,46% del valore della moneta europea durante la settimana avalla quanto finora discusso.

sabato 29 marzo 2008

La settimana dell’ S&P/MIB

L’indice delle bluechips termina l’ottava all’insegna di una seduta piuttosto piatta – appena 220 pt. fra minimo e massimo - il progresso invece si attesta al +4,36%, rispetto a venerdì scorso.
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Tale evento, se paragonato all’andamento del grafico a cadenza settimanale, si nota appena. Il Sistema Esperto di medio periodo applicato ai prezzi resta negativo, e non vi sono elementi che facciano ritenere che qualcosa possa mutare, almeno nell’immediato. Soltanto l’ MACD pare in procinto di rigirare, anche se per ora resta al disotto della propria trigger line (media mobile).
La colorazione delle barre e’ eloquente, e come si può osservare anche dalla pendenza della MM a 3 mesi, il trend punta in basso abbastanza deciso. Il Sistema si e’ ben comportato anche in passato, reagendo prontamente alle oscillazioni dei prezzi, generando segnali di allerta non più di due o tre volte all’anno. Ciò ha determinato un notevole risparmio sulla gestione degli investimenti (commissioni), consentendo al contempo di operare assai vicino ai punti di svolta del mercato. Similmente, anche il Sistema di medio-lungo periodo ha fornito le giuste indicazioni (vedi nastro verde e giallo in basso), riducendo ulteriormente gli interventi dell’investitore.
Sembrerà strano, tuttavia gli algoritmi su cui e’ costruito il sistema sembrano avere doti previsionali. In realtà la loro forza sta nel segnalare con tempestività i mutamenti delle tendenze, in modo da indirizzare il risparmiatore verso l’operazione più sensata. Non e’ importante se il segnale risulterà erratico: tutt’al più ci si riposizionerà nella direzione precedente. Se l’investitore avesse l’accortezza di inseguire il trend dominante, anziché le oscillazioni minori, non vi sarebbe nessuna necessita’ di avvalersi di un Trading System.
Considerati i buoni risultati conseguiti dall’Esperto, attenderei un suo segnale prima di intervenire con nuovi acquisti.

venerdì 28 marzo 2008

Borsa Indiana: Quanto durerà il rimbalzo?

Similmente all’indice cinese, discusso di recente, anche quello indiano mostra l’indebolimento dei prezzi, che a seguito di una decisa e prolungata correzione hanno tagliato la trendline logaritmica che ha sostenuto la fase rialzista fin tutto il 2007.
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Personalmente ritengo che quando elementi così importanti e significativi si vengono a determinare, ci avvertono che qualcosa e’ cambiato, e che la lunga corsa dei prezzi ha ormai raggiunto il proprio stadio finale.La MM supportiva ad 1 anno ha accompagnato la salita dell’indice indiano, interrotta brevemente solo in concomitanza di correzioni di onde e sotto-onde importanti, che aldilà del rispettivo grado, hanno costituito la struttura portante dell’intero impianto rialzista.Nell’ultimo periodo il fenomeno oltre alla MM ha anche interessato la forte trendline logaritmica, dando così un significativo segnale di vendita. Al momento e’ in atto un rimbalzo di natura tecnica che potrebbe trovare ostacolo già a quota 17000, area di transito della curva e della MM stessa. Da ciò si evince che la discesa con buone probabilità non sia finita, e che le quotazioni potrebbero andare a testare i livelli di ritracciamento di Fibonacci posti a 14134, 11900, e 9670, che costituiscono i rispettivi obbiettivi della discesa. Ovviamente uno di questi livelli produrrà una reazione decisa, che potrebbe però essere solo provvisoria e che vedrebbe i prezzi puntare ancora verso nuovi minimi. Comunque il secondo o il terzo livello di ritracciamento dovrebbero rappresentare un buon punto da cui tornare agli acquisti con grado di rischio abbastanza sostenibile.La reazione in corso e’ per ora assimilabile ad un normale pullback verso il vecchio supporto, costituito dalla curva logaritmica. Occhio quindi ad un eventuale ritorno della negatività, che potrebbe spingere i prezzi verso il primo obbiettivo a 14234.

domenica 23 marzo 2008

Continuerà la corsa dell’ Euro?

Dopo un minimo attorno a 0,83 raggiunto intorno alla fine del 2000, l’euro ha iniziato a risalire rispetto al dollaro americano fino a toccare in due forti strappate quota 1,59. Il primo strappo lo portò a registrare 1,29 pt. a fine 2003, cui seguirono due anni di consolidamento in cui furono toccati valori anche più alti, come ad esempio a fine 2004 in cui l’euro arrivò a 1,36. Poi dopo l’ultimo assestamento che riportò l’euro a 1,17 questo riprese a salire fino a registrare i recenti 1,59.
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La sequenza descritta attraverso l’analisi elliottiana vede il primo impulso (onda I oppure A) terminato. Attualmente le quotazioni della moneta europea corrono lungo l’onda III (o C), e la struttura che si sta componendo pare indicare che il movimento ascendente sia prossimo ad esaurirsi [sotto-onda (5)] per far posto ad un’onda IV, o nell’ipotesi che l’ultima salita risultasse una C, ad un’inversione di tendenza.
L’andamento parabolico che sta assumendo l’euro lascia supporre che il conteggio adottato possa essere suscettibile di ritocchi, non essendo esclusa la possibilità che la sotto-onda (3) sia tutt’altro che finita. Dico questo perché generalmente la terza onda di un grado qualsiasi e’ abbastanza lunga, e l’attuale (l’onda III) non e’ così poderosa, per ora. Nel caso si trattasse invece di una C, sarebbe tutto abbastanza normale e probabilmente ci staremmo avvicinando al capolinea.
Trattandosi di monete, suscettibili nelle loro fluttuazioni a fenomeni derivanti da manovre finanziarie adottate da banche centrali, in grado di determinare forti e improvvisi cambiamenti, verrebbe da pensare che alla fine il loro valore dovrebbe tornare a livelli ritenuti più equilibrati, diciamo attorno alla parità. Tuttavia l’analisi delle onde contrasta con quest’ipotesi abbastanza sensata, e l’ MACD in basso nel grafico indica un’ulteriore crescita dell’euro, tant’e che non compaiono ancora divergenze tra di esso ed i prezzi. Certo che se così fosse, il rapporto euro/dollaro raggiungerebbe livelli impensabili allo stato attuale. Nelle analisi di medio-lungo periodo, infatti, le divergenze rivestono una certa importanza perché rivelano in anticipo l’indebolimento della tendenza. Il primo obbiettivo di 1,585 e’ già stato toccato, ma quello più consono ad un’onda III sarebbe situato a 2,06 più o meno entro la metà del 2010. Ovviamente si tratta di proiezioni di rette che tendono a questi dati. Comunque, proprio da quota 1,59 toccati in settimana sembra iniziata la correzione dell’euro, che potrebbe rivelarsi però un semplice pullback.

venerdì 21 marzo 2008

Riepilogo della settimana

L’ S&P/MIB chiude la settimana pre-pasquale in calo del –4,07%. La MM verde a 3 mesi scende velocemente e si e’ portata al disotto dei 34000 pt.
L’ RSI modificato si mantiene sotto ai 35 pt. e per ora non sembra voler girare al rialzo. Non credo tuttavia che questa situazione possa perdurare ancora a lungo, infatti molto spesso da questa area iniziano dei rimbalzi che tendono a recuperare almeno la metà del campo di oscillazione, che rappresenterebbe un obbiettivo posto fra i 35000 e 36000 pt.
Il Sistema Esperto di lungo periodo resta per ora orientato al ribasso (striscia gialla in fondo al grafico).
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Per il medio periodo potrebbe comparire tra non molto un segnale di recupero. In tal senso si presenta anche la sequenza a cinque onde di grado Intermedio, che sembra in via di esaurimento. Se così fosse, si chiuderebbe l’onda (3) del Primario, e il rimbalzo atteso, attribuibile ad un’onda (4) di pari grado, potrebbe dirigersi a chiudere il gap del 21 gennaio scorso a 35700 pt. L’ottima chiusura dei mercati americani potrebbe essere l’elemento giusto per l’avvento dell’onda (4).
Il picco del 2007 raffigura l’apice di un’onda V oppure di una B di pari grado Ciclo, pertanto se il ribasso in corso rientrasse nell’ottica di una C Ciclo, susseguente la B, ci si avvicinerebbe alla fine del lungo ribasso, ovviamente sempre in un’ottica di medio-lungo periodo. D’altro canto, se il picco fosse una V, ora saremmo all’interno di una A Ciclo tuttora da completare, quindi più o meno a metà strada.
Queste distinzioni restano comunque confinate alla teoria, in quanto per l’operatività serve altro. E’ comunque importante avere un’idea generale di dove ci si possa trovare, onde decidere l’ammontare degli investimenti proporzionandoli al grado di rischio. Anche se col senno del poi si dovranno correggere i conteggi proposti, nel caso di questa discesa il movimento si e’ sviluppato abbastanza distintamente, dando l’opportunità di offrire etichettature abbastanza plausibili, pur se discutibili. Invece la lunga salita terminata lo scorso maggio si e’ prodotta in un modo piuttosto rigido, dando adito a dubbi e perplessità sulla sua suddivisione.

mercoledì 19 marzo 2008

Oggi in borsa

L’ S&P/MIB chiude la sessione odierna in calo -1,79%. Ma non doveva cominciare la ripresa? In molti siti e blog finanziari ho letto molti “io lo avevo detto”. Altri non fanno che ripetere del buon stato dell’economia americana. Avranno mica la percentuale?
Che il mercato Usa perda meno di quello europeo - e sicuramente molto meno di quello nostrano - e’ un fatto assodato, ma ciò non toglie che alla fine, FED o non FED, gli obbiettivi che il futuro ha in serbo per i mercati verranno raggiunti. E’ già successo con Greenspan e accadrà ancora con Bernanke, suo successore.
Il mercato, come spiegano bene nelle facoltà di economia, funziona bene ed e’ tonico quando compratori e venditori si battono sullo stesso piano, equivalendosi pressappoco nel numero. Ma quando tutti vogliono comprare, o tutti vogliono vendere, il gioco non funziona più: si creano bolle speculative nel primo caso, e veri e propri crolli nel secondo.
Molti si illudono che l’economia possa essere pilotata a tavolino. In parte e’ anche vero, ma poi le conseguenze che ne derivano rendono impossibile governare gli avvenimenti, e le cure che si praticano si rivelano spesso peggiori della malattia stessa. Mi riferisco soprattutto alle borse che drenano soldi per le aziende quotate: passano con noncuranza da prezzi stracciati a quotazioni da capogiro e viceversa, e tutto e’ ritenuto perfettamente regolare. Ovvio, i regolamenti non li fanno certo gli sfigati. Ad esempio Bear Stearns dall’inizio del mese ha ceduto il –92,60%, incluso il +22,87% di ieri.
Il rimbalzo record di ieri a Wall Street e’ stato salutato positivamente dal mercato, ma poi se si somma che l’ennesimo taglio dei tassi viene fatto per placare il pessimismo degli operatori, e che le buone notizie sulle banche festeggiano un risultato “meno peggiore” delle attese, c’e’ poco da stare allegri. Inoltre questo forte incremento della volatilità fa pensare che gli avvenimenti in corso siano inseriti in un contesto ben più ampio del breve-medio periodo: durante la salita eravamo abituati a progressi giornalieri attorno al mezzo punto percentuale, ora invece gli scostamenti sono quattro o cinque volte superiori. La settimana in corso non ha in serbo avvenimenti particolarmente rilevanti, inoltre venerdì negli Usa le borse saranno chiuse, e gli altri mercati senza faro guida difficilmente prenderanno iniziative. Pazientiamo un altro paio di giorni per fare il punto della situazione.

I conteggi. Sempre loro.

Quasi sempre quando non vi sono certezze, e nell’analizzare i grafici non ve ne sono mai, si tenta di dare interpretazioni plausibili, sperando di districarsi dal caos disegnato dai prezzi nel loro andirivieni. A volte i dubbi ti sorgono allorquando un semplice rimbalzo ti fa pensare che non sia tale, ma che possa avere più propellente che ne amplifichi il movimento.


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La forte chiusura degli indici americani nella giornata di martedì lascia supporre che il rimbalzo atteso si sia già materializzato. Occorrerà vedere quanto si estenderà. Nel frattempo resta da vedere se l’ultimo abbrivio ribassista ha concluso o meno il moto in quella direzione.
Per forzare e plasmare la situazione a favore di un rimbalzo consistente, ho supposto la fase finale come conclusione di onda (5) , che non escluderebbe un A-B-C completo e quindi conclusivo, a seconda di come si voglia accomodare la conta. Per intenderci sarebbe terminata la fase impulsiva (1)-(2)-(3)-(4)-(5) del Primario.
Personalmente resto della mia opinione sul modo di etichettare la successione delle onde, infatti nell’assegnazione del grado Intermedio proposto nel grafico, si vede la presenza di una 5 tronca, fenomeno non-frequente; inoltre ciò porta ad avere una 4 piuttosto breve, quindi non troppo coerente con le precedenti formazioni correttive. In altre parole, secondo me, ci troviamo ancora all’interno dell’onda (3) di grado Primario, presumibilmente sulla 5 dell’Intermedio in via di completamento, che andrà a disegnare una (4) di grado superiore (Primario). In pratica quanto espresso nell’articolo di venerdì sera. Un unico dubbio su questa quinta finale, che in ogni caso ha prodotto un impulso alquanto “sgangherato”, assai più assimilabile ad una correzione che ad un stadio finale. Il grafico a barre settimanali, che meglio filtra le impurità, pare avallare il mio punto di vista. Vedremo di fare alcune precisazioni sul riepilogo della settimana.

martedì 18 marzo 2008

Xinhua China. Forse il rimbalzo e’ imminente.

In un articolo sull’ ETF iShares Ftse Xinhua China dello scorso settembre 2007 si discuteva sulle ulteriori possibilità rialziste dell’indice sottostante (Xinhua China 25). Infatti da allora sino al 2 novembre, i prezzi realizzavano i seguenti record settimanali: +9,49%; +2,70%; +7,02%; +3,55%; +0,18%; +0,56%. Poi, la debacle. Dopo aver toccato un massimo a 31439, le quotazioni sono scese velocemente sino al minimo di lunedì, segnando in chiusura 18184.
L’ ETF sottostante fu segnalato in quel periodo, quando valeva 120 pt. Esso si produsse in un massimo a 143, per finire dove e’ ora a 75. In realtà se ne era discusso l’anno prima, ovvero nel settembre del 2006, quando l’ ETF aveva a che fare con una piccola resistenza a 62 pt. L’indice in quel periodo valeva 12000 pt. Ne fece di strada da allora. Il titolo dell’articolo diceva: “Ancora conveniente la Cina?”
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Nell’analisi di oggi vogliamo solo cercare di capire quando e dove i prezzi potrebbero tornare a salire. A tale scopo si sono tracciate le ormai consuete evolventi logaritmiche, passanti per i punti più significativi del grafico. Tali curve rivelano due probabili obiettivi di riferimento per eventuali nuovi acquisti. Il primo, più rischioso, e’ imminente, e si colloca attorno ai 17500 pt. – come e’ ovvio ci si dovrà accertare della tenuta di quell’area; il secondo, più affidabile, lo troviamo pressappoco a 14000.
Come strategia, il livello di 17500 dovrebbe essere sfruttato con l’idea di un rimbalzo tecnico di medio periodo, avente per obbiettivo una fascia di prezzo fra 23000 e 26000. D’altro canto, la reazione che dovesse scaturire dalla zona dei 14000 pt. avrebbe come target i livelli di 20700 e 24800. Quest’ultima reazione, in realtà, potrebbe rappresentare la ripresa della fase rialzista: fine di onda IV e inizio di onda V, entrambi di grado superiore (Ciclo).
Nell’etichettare l’evoluzioni delle varie onde, si e’ attribuito ai momenti topici il conteggio I-II-III; in realtà si poteva anche marcare III-IV-V, tanto la discesa attuale, che sia un’onda IV o una zigzag A-B-C susseguente un’onda finale V, avrebbero ugualmente lo stesso obbiettivo dato dal supporto formato dalla sotto-onda (4) di grado Intermedio (verde) che si va ad incrociare con l’evolvente rossa. Il trascorrere del tempo muterà i riferimenti indicati, ma non di molto. L’ostacolo più duro si colloca attualmente sui 21000 pt. dove transita la MM a 12 mesi, che sta per essere bucata al ribasso da quella a 3 mesi.

lunedì 17 marzo 2008

E' crollo

La debole impalcatura che sostiene i prezzi nel loro salire si schianta di colpo quando viene a mancare l'elemento fondamentale che l'aveva sostenuta: la liquidità. Ma non quella profusa ad abundantiam negli ultimi tempi a sostegno degli impegni presi dai diversi istituti di credito, bensì quella dei risparmiatori, che nonostante i reiterati appelli sullo stato dell'economia mondiale, stavolta non si sono lasciati convincere.
Milano, come il resto d'Europa, accusa il colpo e con l' S&P/MIB cede il -3,39%. Negli USA le cose sembrano procedere nell'ambito di una normale seduta. Quello che mi scoccia e' che le loro magagne sono gli altri a pagarle.
I pretesti con cui i prezzi salgono o scendono sono spesso casuali. Chi spera di capire cosa avverrà basandosi su di essi commette un errore. L'ennesimo taglio a sorpresa dei tassi non e' servito a nulla.
Fortunatamente, gli argomenti trattati da tempo su queste pagine hanno ammonito per tempo su ciò che stava per accadere. Non resta che pazientare sino alla fine della discesa, allorquando i sistemi di lungo periodo diranno che la caduta e' terminata.

domenica 16 marzo 2008

Il Punto

di Gori Capano


Finita la discesa!? a guardare i numeri mi verrebbe da rispondere di si… 31300 è uno di quei numeri, numeri primi li chiamo, sono i ritracciamenti di Fibonacci, che da mesi stazionano sui miei fogli di lavoro… tempo addietro, solo a pensarci, sembrava un’eresia… adesso si è materializzato!!! Capolinea dunque!? Probabile, molto probabile… una prima conferma si avrà al superamento di 32970… Anche le 5 sub-onde della 5 ci sono… un po’ sgangherate, a dire il vero… quasi a mettere qualche dubbio… infatti tengo aperto ancora un altro conteggio, l’estensione in 13… non mi piacciono le sorprese!! Non questo tipo di sorprese. Sotto 31320 prende corpo… ma finché questo supporto regge… finché la barca va, lasciala andare… Cosa c’è dopo!? Quali sono le aspettative!? Una salita sicuramente, se sarà correttiva o impulsiva lo vedremo strada facendo, ma salita si prospetta… le discese sono + belle, xchè ripide e veloci, ma non può sempre essere discesa!!… purtroppo!!
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Saluti.

sabato 15 marzo 2008

Riepilogo settimanale.

L’ottava dell’ S&P/MIB si chiude in linea con la tendenza di medio-lungo periodo, e lascia sul parterre il -1,62%. La seduta di venerdì era iniziata con un moderato ottimismo, ma poi all’apertura dei mercati americani le quotazioni hanno rigirato in basso. In linea di massima ormai si dovrebbe essere abituati a questi repentini cambi di fronte; ho sempre sottolineato che le notizie durano il tempo in cui vengono date, poi torna la cruda realtà e la vera tendenza si riafferma con sempre più decisione.
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Sul settimanale e’ ben visibile il deciso impulso ribassista, che pare avere ancora strada da percorrere. La MM a 3 mesi corre verso il basso con forte inclinazione, ed anche quelle a 6 e 12 mesi hanno cominciato a scendere – quest’ultima oltretutto, sul grafico mensile, ha bucato anche quella a 24 mesi, confermando la forza della pressione delle vendite sui nostri listini.
L’ MACD ha raggiunto livelli d’ipervenduto assai vicini a quelli che vanno dall’agosto all’ottobre del 2002, quando parve che si scatenasse sui mercati il finimondo. Gli indicatori che calcolano le oscillazioni dei prezzi riferiti al medio-lungo periodo difficilmente sbagliano, e quando questo avvenisse, sarebbe comunque il segnale che il peggio e’ ormai alle spalle; generalmente si crea quella che viene chiamata “divergenza positiva”.
Avendo segnalato già dall’estate scorsa la possibilità di un’inversione della tendenza di medio-lungo periodo, come del resto ben illustrato dalla grafica, mi risulta difficile capire il grado di panico o di frustrazione presente nei risparmiatori che detengono ancora posizioni in acquisto. Tuttavia bisogna considerare che la volatilità espressa dal mercato in queste fasi potrebbe farsi ancora più pesante, ed essendo inserita all’interno di un trend ben definito, potrebbe mostrare ancora giornate inneggianti al crollo. Qualora questo si verificasse, rappresenterebbe lo stadio finale del declino dei prezzi.
Restare liquidi, al momento attuale, sembra essere la migliore strategia. Eventuali segnali di acquisto che dovessero emergere dal Sistema Esperto dovranno essere considerati con la logica del rimbalzo tecnico proporzionato al periodo in esame, quindi di durata anche breve.
Lo schema elliottiano appena abbozzato serve ad illustrare come - sia nel caso di una correzione A-B-C, sia nel caso di un impulso 1-2-3-(4-5) - si sia in presenza di onde “azione”, ovvero dirette verso una direzione precisa. Al momento ci troviamo in un’estensione 3 di 3 o di C, entrambe ancora in essere. Alcuni adotteranno conteggi un po’ diversi, ma la musica non cambierà finché non si tornerà almeno sopra alla MM a 3 mesi. La potente forbice fra i prezzi e la MM a 12 mesi mi fa escludere un ritorno agli acquisti in tempi brevi.

venerdì 14 marzo 2008

Piazza Affari scende, ma poi recupera...

Brutta giornata per l' S&P/MIB che arriva a perdere oltre il 3% durante la seduta, salvo poi recuperare trascinata dal rimbalzo degli indici americani.
Wall Street cade, ma poi recupera bene dai minimi della seduta riportandosi in territorio positivo, dopo le favorevoli previsioni di Standard & Poor sull'approssimarsi della fine delle massicce sottoscrizioni che hanno devastato per mesi i mercati del credito e delle azioni.
Tali previsioni hanno iniettato una discreta dose di ottimismo negli investitori, anche se in principio le stime di S & P vedevano un aggravamento delle sottoscizioni dei subprime dai precedenti $265 Mld, a $285 globalmente. Tuttavia, si affermava che ora si sta per intravedere la fine del fenomeno per le grandi istituziloni finanziarie.
Queste affermazioni hanno consentito ai principali indici americani di rimbalzare, trascinando anche gli indici europei a dimezzare le loro perdite.
La debolezza del dollaro e la forza dei prezzi delle commodities pesano tuttavia sul mercato. Il dollaro ha segnato nuovi minimi contro l'euro, ed e' sceso sotto la soglia psicologica di 100 contro lo yen, il livello piu' basso degli ultimi dodici anni. Anche l'oro ha superato i $1000 l'oncia, mentre il greggio e' stato trattato anche a $111 al barile.

giovedì 13 marzo 2008

I mercati rigirano ancora in basso il giorno dopo la mossa della FED. Il greggio raggiunge livelli record.

Ancora una volta, in anticipo sulle chiusure dei mercati americani, i mercati europei hanno ripiegato chiudendo attorno alla parità una seduta che era iniziata sotto buoni auspici.
L'euforia di Wall Street sui 200 Mld di dollari pianificati dalla FED e' tornata alla cautela mercoledì, conducendo le azioni a ritracciare il giorno dopo il più forte rally degli ultimi cinque anni. Gli investitori hanno esitato a riversare ulteriore denaro sul mercato senza segnali decisivi sullo stato dell'economia - in particolare con i dati sulle vendite delle case e i prezzi al consumo in arrivo in tarda settimana. Inoltre la volatilità dei prezzi dei prodotti energetici potrebbe condurre a nuove spinte inflattive, visto anche il sorpasso del greggio di quota $110 al barile. Questo, secondo gli analisti, rimetterebbe in discussione la volonta' della FED a prodursi in nuovi tagli dei tassi.

mercoledì 12 marzo 2008

Forte rimbalzo


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La reazione di martedì rimette in discussione l’ipotesi che la sotto-onda (4), di cui discusso recentemente, possa essere terminata. Infatti la struttura del movimento non e’ impulsiva: ne deriva che la fase laterale possa ancora continuare. Fino ad ora si possono contare formazioni del tipo 3-3-3-3 rispetto al minimo di gennaio – mancherebbe l’ultima sequenza a tre.
Ma questi sono dettagli che non consentono di prendere decisioni tali da modificare quanto detto in precedenza. I prezzi stazionano ancora al disotto della loro media, ed il loro momento e’ negativo.
Lascia qualche perplessità il fatto che la reazione sia cominciata fin dall’inizio della mattinata, dopo la pessima chiusura di Wall Street – come potevano sapere gli operatori dell’imminente forte rimbalzo degli indici americani, che solo poche ore prima parevano crollare? Alla base della notizia così importante da far salire l’ S&P500 di oltre il 3%, sta l’ennesima iniezione di liquidità promessa dalle banche centrali. Non mi sembra granché, ma ne prendo atto. Resta comunque valida la strategia di tentare acquisti solo sopra ai 34600 ~ 35000 pt. che rappresenterebbe un intervento adatto per il breve-medio periodo, ma ancora insufficiente per parlare di inversione di tendenza.

martedì 11 marzo 2008

S&P500: e’ la fine di un ciclo..?

Nel grafico a barre mensili dell’ S&P500 ho riportato un periodo abbastanza lungo, che parte da un minimo prodottosi nel 1982, in cui furono registrati 102 pt. Da allora e’ storia: attraverso varie vicissitudini i prezzi arrivarono a segnare nel 2000 quota 1552, da cui iniziò un vero e proprio crollo terminato col minimo del 2002 a quota 768. Quindi la recente risalita conclusasi nell’ottobre 2007, in cui i prezzi raggiunsero i 1576 pt. massimo assoluto.
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Sono proprio questi 24 pt. in più che mi spingono a parlare della teoria di Sperandeo, un famoso trader americano, secondo cui ogni volta che si assiste alla formazione di un doppio massimo lievemente superiore al precedente, come in questo caso, se la trendline di sostegno alle quotazioni viene bucata, si determinerà un’inversione di tendenza.
I momenti topici del fenomeno sono tre, da cui l’ 1-2-3 di Sperandeo:
- il punto 1) e’ la formazione del secondo massimo - in questo caso l’arretramento dei prezzi dopo il top di 1576;
- il punto 2) e’ il momento in cui la trendline che unisce i due minimi più estremi – ma non necessariamente più significativi – viene perforata;
- il punto 3) e’ l’istante decisivo, ossia la verifica del supporto statico – in questo caso il livello di 768 – che allo stato attuale appare impensabile.
Faccio notare che al momento i primi due requisiti si sono verificati. Per il terzo ci vorrà tempo, e considerata la presenza in quei paraggi di una trendline fortissima che continua a salire, si potrebbe verificare che nel momento definitivo trend e supporto coincidano a formare un incrocio pressoché invalicabile, almeno al primo urto. Ma questo ai posteri.
Ciò che invece appare possibile e’ il declino dei prezzi verso 768, che sembra l’obbiettivo naturale della struttura in formazione. Una conferma ci viene anche dalle medie mobili di lunghissimo periodo (a 2 anni e a 4 anni), ambedue perforate al ribasso - quella a 4 anni in coincidenza con la rottura della trendline. Quello che avverrà al punto 3 poco importa, perché lontano nel tempo, ma da oggi a quel momento ci sono 500 pt. da difendere, e a parte qualche rimbalzo di medio periodo, e’ abbastanza probabile che l’obbiettivo (punto 3) venga raggiunto.

sabato 8 marzo 2008

Riepilogo settimanale

L’ottava chiude in ribasso del -4,19%. Per avere un’idea di dove potranno frenare i prezzi, si e’ usato per questa analisi l’indice Comit, fotocopia del Mibtel e quindi dell’ S&P/MIB, per il fatto che avendo uno storico più lungo meglio si adatta ad una visione di lungo periodo.



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La salita del ’92, terminata nel ’94, e’ equiparabile ad un’onda I di grado Ciclo, che parte dal valore di 300 pt. fino a terminare a 800 circa, da cui inizia una correzione che riporterà i prezzi a toccare i 540 pt. nel ’95. Da lì, le quotazioni s’impennarono andando a segnare un nuovo massimo a 1650 (onda III) nel 1998. Dopo un crollo verticale nell’ottobre dello stesso anno, i prezzi accelerarono nuovamente verso l’alto, e in due strappi raggiunsero quota 2180 nel marzo del 2000.
Quest’ultima fase fu considerata da molti analisti lo stadio finale che concludeva il grande movimento di grado Ciclo, ossia l’ultima quinta onda, cui sarebbe seguito l’ennesimo crollo che completerà la correzione nel marzo 2003, riportando i prezzi a 960 pt. Il resto e’ storia vecchia: i prezzi hanno reagito fino a riportare in cinque anni le quotazioni attorno ai vecchi massimi.
Ma a questo punto l’errore. Ci si convinceva che la nuova fase rialzista, pur con le debite correzioni, avrebbe portato i prezzi oltre i massimi precedenti, invece iniziava un declino che e’ tuttora in essere.
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Se i seguaci di Elliott guardassero attentamente la fase successiva all’onda III, vedrebbero i due strappi rialzisti contando tre onde, non cinque come invece avrebbe dovuto essere un’onda impulsiva. Ciononostante in molti decisero che quella era ugualmente una quinta onda – l’onda assente era situata nei grafici a ore - e quindi che il minimo del 2003 chiudeva definitivamente la fase ribassista. Se ne dedusse perciò che si doveva per forza salire in altrettante cinque onde, di cui la salita del 2007 era la I Ciclo.
Ma anche se questo fosse stato il caso, si e’ trascurato di considerare il recente lungo rialzo come un’onda B Ciclo di una grande onda piatta, e che la discesa attuale possa perciò essere una C di pari grado.
Quest’ultima e’ stata per parecchio tempo una mia idea, ma poiché a ben “contare” i conti non convincevano per l’assenza di una correzione palesemente visibile, ho rivisitato la situazione precedente, ed e’ stato il “movimento a tre onde” dei massimi del 2000 a darmi l’idea: quella non era un’onda V, bensì la (X) di grado Primario di una piatta estesa (W)-(X)-(Y). Questa onda correttiva ha la caratteristica di estendersi oltre il massimo precedente, e di ricadere successivamente molto in profondità, almeno al disotto della (W). Si vede benissimo la zigzag (a)-(b)-(c) che va a formare la (X). La (Y) finale e’ una doppia zigzag (w)-(x)-(y) che chiude l’expanded flat, ovvero l’onda IV Ciclo. Di conseguenza, l’ultima lunga recente salita deve per forza essere una onda V Ciclo. Notare anche il testa e spalle non proprio ortodosso che si e’ formato in cima a quella che ritengo essere la vera onda V.
Questo lungo discorso per dire che il nuovo conteggio mostrerebbe una A (extension 3) in formazione – attualmente dovremmo trovarci sulla (3) del grado Primario. Notare infine come le evolventi logaritmiche abbiano aiutato l’analista durante le forti correzioni, segnando ogni volta la fine di un ciclo. Anche ora la curva rossa potrebbe rappresentare un ottimo livello da cui potrebbe partire un forte recupero (onda B Ciclo), che però non dovrà essere confusa con una inversione della tendenza in corso.

Oro: il livello $1000 e' a portata di mano

di Borsaplus
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L'oro e' sempre piu' vicino al livello 1000$ l'oncia ma nelle ultime quattro sedute mostra la tendenza a girare intorno ai livelli 960/980 piuttosto che attaccare con decisione l'importantissima soglia.
A spingere cosi' in alto le quotazioni hanno certamente contribuito la debolezza del dollaro e l'aumento del prezzo del greggio. Anche i timori di un'accelerazione dell'inflazione negli States ha
certamente contato parecchio.
Ma ci sono anche fenomeni strutturali; come per il petrolio, l'incremento della domanda dei paesi asiatici deve essere considerata ormai non tanto come temporanea quanto in ascesa.
Secondo le statistiche rilasciate dalla World Gold Council (WGC), la Cina, nel consumo di oro per gioelli, ha da poco superato gli Stati Uniti per installarsi al secondo posto, con 302.2 tonnellate. Il
primo posto spetta all'India. Ma quel che conta di piu' e' il trend: nel 2007 la domanda di oro
negli Stati Uniti e' scesa del 14% rispetto all’anno precedente, mentre nell’ultimo quarto del 2007 le vendite d’oro in Cina sono cresciute del 20% rispetto all’anno precedente.
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giovedì 6 marzo 2008

Rimbalzo tecnico

Ottimo recupero dell’indice che realizza un bel +2,44%. Il contatto con l’obbiettivo di brevissimo periodo, assieme alla reazione mostrata dai mercati americani, ha consentito alle ricoperture di spingere i prezzi oltre il previsto, come ipotizzato appena ieri, catturando lo stoploss posto a 33380. Bisogna però precisare che solo di rimbalzo si tratta.


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Lo schema del movimento di questo periodo rientra nella fase laterale rappresentata dalla sotto-onda (4), qualora i prezzi si mantenessero nella momentanea condizione di stallo. Tuttavia, l’ultima gamba discendente evidenziata dalla freccia potrebbe rappresentare il primo segmento dell’impulso di una sotto-onda (5) in formazione, che andrebbe a completare l’onda (3) di grado superiore (primario); pertanto se ne deduce che il rimbalzo in atto altro non sia che un normale pullback, che potrebbe anche esaurirsi senza interessare la MM di breve (un mese). A questo proposito sarei particolarmente attento ad un eventuale ritorno della negatività, che potrebbe produrre un’accelerazione verso nuovi minimi. Ciò potrebbe avvenire in qualsiasi momento, pertanto porrei uno stop order in vendita al breakout del minimo della prima barra che si presentasse, con l’idea di anticipare la rottura del supporto e susseguente allungo verso il basso.
Se il conteggio riportato si dimostrerà corretto, seguiranno due strappi al ribasso di una certa consistenza più o meno secondo questo schema: proseguimento dell’impulso a chiudere la sotto-onda (5), che completerebbe l’onda (3) estesa (extension three) di grado primario; quindi la conseguente reazione dell’onda (4) “primaria”; e per ultimo la quinta onda finale di pari grado.
Lo schema del movimento ipotizzato e’ etichettato con le onde di Elliott per avere un’idea di dove potrebbero andare a parare i prezzi. Ma aldilà di questo, si dovrà stare attenti a quelle variazioni che dovessero presentarsi a modificare quanto finora supposto. Infatti, finché le medie mobili lunghe (tralasciate in questa analisi) rimarranno intatte, niente potrà impedire la continuazione della fase di declino dei prezzi, che per l’appunto potrebbe rientrare nello scenario proposto. Pertanto, solo un ritorno deciso sopra i 34600 pt. potrebbe porre le basi per un’inversione della tendenza in corso. Nel riepilogo settimanale vedremo di fare il punto della situazione esaminando due diverse ipotesi di conteggio, che però hanno sviluppi abbastanza simili.

mercoledì 5 marzo 2008

L’ S&P/MIB chiude al minimo degli ultimi nove mesi


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Anche nella giornata di martedì l’ S&P/MIB ha ceduto il -1,58%. Wall Street invece, dopo aver lanciato l’ennesimo spauracchio ha chiuso attorno alla parità, lasciando supporre un rimbalzo a breve termine.
L’andamento del grafico a chiusure giornaliere mostra come i prezzi si siano mantenuti all’interno di due parallele leggermente discendenti. Il segnale di vendita anticipato dall’oscillatore di brevissimo periodo, di cui accennato ieri, ha quindi toccato il suo obbiettivo. L’indicazione era comparsa venerdì, quando l’indicatore scendeva sotto alla breve trendline tracciata sui suoi minimi (vedi la freccia). Notare la diversità dell’andamento dei prezzi fra il grafico e l’oscillatore, e come il segnale che appare su quest’ultimo sia addirittura insignificanti nel grafico. Ovviamente, quando ci si riferisce a sistemi di brevissimo periodo, bisogna procedere con la cautela che il caso richiede, essendo questi movimenti molto rapidi e spesso contraddittori, tuttavia spesso si ha la fortuna di assistere ad allunghi molto lineari, ed allora i profitti si rivelano davvero rilevanti.
La chiusura di ieri martedì, pur al disopra del minimo di gennaio, e’ la più bassa registrata dal maggio 2007, come del resto ben visibile sulla grafica. A tal proposito ho una mia personale idea sull’utilità dei grafici a chiusure, che se pur meno precisi di quelli a barre, hanno però il vantaggio di illustrare meglio la realtà filtrando gli eccessi della seduta, e di anticipare molto spesso quello che verrà poi confermato anche dai grafici a barre. Nella fattispecie la struttura dei prezzi indica il raggiungimento di un obbiettivo, per cui e’ ipotizzabile assistere ad un rimbalzo, che se però dovesse fallire avrebbe conseguenze assai negative. La strategia operativa resta pertanto ribassista con stop cautelativo sopra a 33380, al disopra del quale si assisterebbe ad un ritorno dei prezzi in are 34000 ~ 34500.

martedì 4 marzo 2008

Verifiche del supporto


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Il segnale ribassista comparso giovedì scorso si e’ rivelato corretto; resta però il fatto che le quotazioni stanno oscillando all’interno di una figura triangolare, che come e’ noto non e’ particolarmente affidabile poiché si trasforma spesso in una struttura rettangolare. La chiusura invariata di Wall Street durante la notte lascia supporre che, almeno nella prima parte della seduta di oggi, il supporto creato dalla base del triangolo possa resistere; resta da vedere come reagiranno i mercati alla lettura dei dati macro-economici odierni.
L’ RSI modificato non ha ancora confermato il segnale di vendita, tant’e’ che permane sopra alla propria media mobile (trigger line). La colorazione nera delle barre (neutralità) convalida la momentanea indecisione degli operatori. La banda inferiore illustrata nella grafica mantiene il colore giallo, ossia di vendita: essa e’ utile soprattutto per le operazioni di breve-medio periodo, adatte ai risparmiatori che non amano intervenire continuamente nel mercato. L’osservatore attento avrà notato che nonostante l’indicatore sia un po’ risalito, non altrettanto e’ avvenuto per i prezzi, che stanno testando nuovamente il supporto (33045).
Premesso che si dovrà tener conto dei segnali dettati dal sistema, personalmente ritengo che lo sviluppo dei corsi non possa che essere improntato al ribasso: un avallo a quanto ipotizzato e’ stato appena fornito dall’algoritmo di un metodo da me spesso usato per anticipare il brevissimo periodo; resterà da vedere se seguirà l’accelerazione immaginata. Questa infatti e’ la naturale aspettativa dell’investitore, cha al suo verificarsi corona il successo dell’operazione anticipata dal Sistema Esperto. Per il medio periodo solo un ritracciamento dei 34600 pt. può offrire l’occasione per un po’ di ottimismo.

sabato 1 marzo 2008

Riepilogo della settimana


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La settimana chiude positivamente in rialzo del +0,48%; tuttavia la grafica mostra palesemente quanto la situazione sia a rischio.
Il ritorno sotto la MM rossa di breve periodo, e soprattutto la perdita dei 34000 pt. paventano ora la possibilità che la bozza di conteggio illustrata pochi giorni fa, prenda via via forma, ed ora non ci sarebbe da meravigliarsi che la sotto-onda (5) verde possa infine comparire per chiudere l’onda (3) viola di grado superiore in corso. Questo dal punto di vista di Elliott, o meglio di come personalmente interpreto la sua teoria. Anzi, a questo proposito vorrei precisare che il conteggio potrebbe essere indifferentemente etichettato come l’attuale, oppure sostituendo ai punti (1) e (2) viola le onde (A) e (B) di pari grado, essendo quella in corso o una (3) o una (C). Se al termine dell’impulso i prezzi riprenderanno la via del rialzo verso nuovi massimi, allora la conta corretta era (A) (B) (C); in caso contrario si assisterà ad un ulteriore abbrivio ribassista, causato dalla comparsa dell’ultima onda, cioè la (5).
Le medie mobili che contano, a 3 mesi e ad 1 anno, sono ancora intatte e continuano a scendere: bisognerà vedere se i vari rimbalzi che accompagneranno la discesa avranno la forza necessaria ad invertire la tendenza, o se piuttosto saranno incapaci ad impedire un declino che potrebbe anche rivelarsi drammatico.
Finora momenti di panico sono stati assenti, e l’unico momento drammatico e’ stato quello che ha prodotto il gap del 21 gennaio. Ma per ora sembra sia stato solo un fenomeno isolato.
La prossima settimana potrebbe condurre al test del supporto in area 32140, ma non mi farei particolari illusioni qualora dovessi assistere all’ennesimo rimbalzo, fenomeno tipico delle onde piatte come la (4), a richiamare più in basso le MM lunghe. Chiuderei le posizioni short appena aperte ad un ritracciamento dei 34600 pt. che potrebbe condurre a chiudere il gap in area 35500.