giovedì 31 gennaio 2008

Extension Three.


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Debbo ammettere che, quando gli enunciati teorici trovano la loro giusta connotazione, si acquista l’impressione di poter decifrare tutto ciò che man mano avverrà nel futuro. Questo trova riscontro quando teoria e pratica paiono coincidere.
Nell’analisi del S&P/MIB si può osservare l’incapacità dei prezzi a portarsi al disopra della MM veloce (semi-adattiva). Si evince anche come la reazione in atto sia assimilabile ad una sotto-onda 4. della teoria di Elliott, che se tale, dovrebbe condurre l’indice delle bluechips a nuovi minimi. Ci troviamo quindi in piena onda (3), o meglio all’interno di una sua estensione (extension 3). La rottura di 33615 aggiungerebbe valore a questa tesi, producendo un’accelerazione verso il supporto in area 32000, che però non dovrebbe resistere a lungo all’urto delle vendite.
Come si vede, se si inquadra una situazione all’interno di una teoria, ciò spinge a fare previsioni, che altro non sono che la naturale evoluzione della teoria stessa. Niente in contrario sul tentativo di applicare ad una analisi tutto il bagaglio di conoscenze di cui si e’ in possesso, purché lo si faccia con la dovuta elasticità mentale, che lasci aperta la porta a soluzioni praticabili qualora nuovi elementi tecnici si contrapponessero al disegno progettato. Nel nostro caso le onde ribassiste sono confermate dalla tenuta della media mobile, ma qualora questa cedesse ad ulteriori rimbalzi tecnici, dovremo subito riesaminare le nostre certezze confrontandole con i nuovi elementi sopraggiunti.
A mio parere la MM veloce riprodotta sul grafico non potrà respingere a lungo i prezzi senza essere “tagliata”, ma ciò non vuol dire che necessariamente si avrà un’inversione del trend negativo. I fattori che potranno indicare la ripresa del rialzo dovranno essere equilibrati e coerenti con la discesa attuale, e non saranno provvedimenti dell’ultima ora a determinare tale eventualità.
Ancora short alla rottura di 33615 con stop a 34875. Nuovi acquisti solo sopra i 36000 pt.

martedì 29 gennaio 2008

Livelli di ritracciamento


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Il grande ciclo iniziato a marzo del 2003 e’ stato caratterizzato da una fase rialzista abbastanza lunga, contraddistinta a sua volta da una serie di piccoli cicli di breve durata, ma che messi assieme hanno dato vita al suddetto ciclo molto più grande. Alla fine, come per i piccoli cicli, anche per quello grande e’ giunto il termine, ma inizialmente e’ stato scambiato per la solita ennesima correzione di breve termine, che avrebbe condotto a nuovi records.
E’ per questo motivo che inizialmente i segnali di vendita vengono ignorati, e così senza accorgersene ci si ritrova improvvisamente in una vera e propria inversione della tendenza primaria. Questa non e’ possibile prevederla perché si manifesta volta per volta. E’ ovvio che, quando il periodo favorevole trascorso e’ abbastanza lungo, ogni correzione desti qualche perplessità, e a pensare sempre che tutto stia per finire, prima o poi ci si indovina.
Per capire quando un importante cambiamento sia in atto, si ricorre a strumenti che registrano e studiano le variazioni dei prezzi. Dall’insieme di questi ed altri sofisticati indicatori può nascere un Sistema di Trading, detto anche Sistema Esperto: una vera e propria “spia” delle oscillazioni dei prezzi. Grazie ad esso, si e’ avuto il primo segnale di allarme già dall’estate scorsa. Va da sé che qualora vi fosse stata una ripresa del trend primario, l’Esperto avrebbe notato un “rientro” dei parametri alla normalità, revocando il segnale di vendita. Ma questo non e’ ancora avvenuto, per cui si può prevedere, pardon supporre, che la tendenza attuale possa durare ancora.
L’esperienza ci insegna che questi movimenti possono ritracciare mediamente da un terzo a due terzi del ciclo precedente (rette blu) – in questo caso sono stati toccati i 32140 pt. ovvero il -50% dell’ultima onda rialzista dello S&P/MIB – ma potrebbero ritracciare allo stesso modo addirittura il valore complessivo dell’indice andando a toccare perciò 29720 (-33%), 22180 (-50%), o perfino 15085 (-66%), quindi molto al disotto del precedente minimo del 2003 (rette rosse). Notare a questo proposito come quota 22180 (-50%) sia prossima al minimo precedente di 20325, aprendo così la strada alla formazione di un importante modello rialzista di “doppio minimo” di lunghissimo periodo. Usiamo quindi questi livelli per osservare se da queste aree si sviluppi una reazione destinata a trasformarsi in un’inversione del trend ribassista in essere, non escludendo dall’ipotesi il supporto di 32140 registrato lo scorso martedì, nel qual caso la discesa cui abbiamo assistito costituirebbe una normale correzione di medio periodo.

lunedì 28 gennaio 2008

Borse.

La crisi borsistica colpa di un trader europeo? E anche il ribasso dei tassi della Fed?
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di Borsaplus
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Lunedi 21 gennaio avevamo scritto un pezzo quasi di 'colore' sul crollo delle borse europee. C'era qualcosa di strano, difficile da decifrare. Per chi bazzica i mercati finanziari da piu' di venti anni, come il sottoscritto, che il crollo generalizzato partisse dall'Europa, e a mercati Usa chiusi per festivita', era qualcosa di mai visto, di assurdo, di inesplicabile. A fine seduta - passata gia' alla storia come il lunedi nero - l'indice dei maggiori titoli europei aveva perso la bellezza del 7,33%.Terrorizzato il chairman della Fed Bernanke il giorno dopo -prima dell'apertura dei mercati americani - ha abbassato di 75 punti base i tassi interbancari a breve, i Fed funds, portandoli al 3,50%.La misura e' stata efficace. Le borse hanno scalciato ancora un po', poi nei giorni successivi e' tornato un minimo di sereno.
Ora sappiamo come e' andata. Ma la storia ha dell'incredibile. Non ci eravamo sbagliati quando finivamo il commento della giornata del 21 affermando che era roba da raccontare ai nipoti. Dunque, a far crollare le borse europee sarebbe stato un giovane trader, uno solo, di poco piu' di trent'anni, interno alla banca francese Societe' Generale, la terza a livello nazionale. E lo avrebbe fatto -il condizionale e' d'obbligo- di nascosto dei dirigenti della banca. Cosa avrebbe combinato costui? A leggere le ricostruzioni si sarebbe posizionato prima della fine dell'anno con i derivati al ribasso guadagnando anche qualcosa, poi con l'inizio dell'anno si sarebbe convinto che una certa positivita' era alle porte e avrebbe scommesso invece sul rialzo. Cifre colossali si badi bene, non quache milione di euro, si parla infatti di 40/50 miliardi di euro (detto in lire suona piu' chiaro: ottanta/centomila miliardi). Per rendere meglio l'idea dell'anomalia basti dire che la banca capitalizza in borsa soltanto 34 miliardi.
Senonche' le borse nei primi giorni dell'anno invece di salire si sono messa a scendere e il giovanotto ha incominciato ad accumulare perdite colossali. Ora i dirigenti della banca ci dicono che non sapevano niente di quanto stava accadendo, che il giovane era un esperto informatico, che li aveva ingannati, ecc. ecc. Ma trapela anche che il trader non avrebbe guadagnato ne' perso personalmente un euro in tutte le operazioni messe in atto. Operava insomma per la banca e basta. E la sua sola colpa sarebbe pertanto l'essersi messo nella direzione sbagliata.
Quando nel week end del 19/20 gennaio per caso (?!) in Societe' Generale si sono accorti dell'enorme buco che si stava producendo hanno dato ordine di chiudere tutte le posizioni per la giornata di lunedi. In parole povere hanno riversato sul mercato le posizioni in portafoglio con la conseguenza che si e' prodotto un ribasso forsennato sui mercati europei. A sua volta il ribasso innescato ha allargato il buco di Societe' Generale. Conto finale per la banca: -4,9 miliardi. Una mini manovra finanziaria di uno stato delle dimensioni dell'Italia.
Che dire? Mah! A leggere i commenti sui blog finanziari c'e' da scoraggiarsi e vien voglia di cambiar mestiere. Una folla incredibile di commentatori perde il suo tempo a scrivere di cose che in genere non conosce, spesso all'unico scopo di straparlare dell'America, nell'ottica tutta italiana di falsificare la realta' parlando bene di chi fa in genere male e viceversa. E' una realta' farsesca il cui risultato lo si vede nella crisi drammatica di questo paese, ormai "ingovernabile". Ma la malattia e' in una certa misura europea. Dopo quanto emerso si spiegano meglio i comportamenti anomali degli indici europei principali, come il Dax (borsa tedesca), il Cac (b. francese) e l'Eurostoxx50 (principali titoli europei). A fargli fare quelle evoluzioni mostruose cui quasi tutti i giorni assistiamo (chi opera in borsa le conosce molto bene e sa che causano forti perdite ai piu' sprovveduti) sono dunque i trader delle banche e non certo i trader individuali (che muovono cifre ridicole), ne' tantomeno il risparmio gestito. Cose simili - e' doveroso sottolinearlo - non accadono sugli indici americani principali come, per citare il piu' importante, lo S&P500. Questi si muovono sulla base di notizie (macro, societarie, ecc.) non sull'onda della speculazione folle, come nel caso europeo, gestita direttamente dalle banche. Che queste sperino di fare soldi operando in borsa e' un'anomalia tutta continentale ed e' figlia di una storia e di una politica che a livello di facciata predica la solidarieta', il sociale, e tutte le cianfrusaglie buoniste che sappiamo, e dietro fa affari come il peggiore degli speculatori. Perche' le banche non dovrebbero fare altrettanto? Solo che qualche volta ci rimettono, come abbiamo visto, le penne. E noi normali investitori con loro (Enel ha perso in borsa nella sola giornata di lunedi il 12,75%).
Verrebbe da dire, speriamo che la lezione sia servita a qualcosa. Ma non mi pare che il clima sia quello giusto. Le banche in Europa sono infatti troppo potenti. Si dovrebbe invece intervenire (Sarkozy, l'Europa, la Bce) per limitare questi fenomeni, e dovrebbe poi scatenarsi il dibattito a tutti i livelli sulla "mission" delle banche.
E invece che cosa accade? Televisioni e giornali riducono in sostanza il fatto ad una ragazzata di un trader di banca poco avveduto ma con una grande smania di mettersi in mostra verso i propri dirigenti.
Mettiamo infatti che gli fosse andato tutto bene. Avremmo mai saputo qualcosa della folla speculazione finanziaria messa in atto? La domanda appartiene ovviamente ad una delle figure retoriche piu' note.

domenica 27 gennaio 2008

Continua l’onda 4.


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Purtroppo gli indici europei brancolano nel buio, ogni volta e per sempre in attesa dell’apertura dei mercati americani, e solo allora acquistano credibilità nel loro movimento. Mi sono spesso chiesto perché non aprano direttamente nel pomeriggio, e mi domando anche come qualcuno insista ancora col trading orario. Il vero lavoro inizia nelle due ultime ore di contrattazioni, prima e’ solo una perdita di tempo, il volume degli scambi conferma quanto appena detto, e due ore sono troppo poche per un trader.
L’indice delle bluechips limita le perdite della settimana al –4,35%. Guarda caso l’ S&P500 nello stesso periodo recupera un +0,41%. La minaccia di una recessione viene dall’America, ma come sempre a rimetterci sono gli altri. Non e’ anti-americanismo il mio, tutt’altro: siamo noi ad esser privi di un mercato indipendente che proceda con una sua logica, e che soprattutto guardi cosa succede in casa propria. Detto questo, veniamo alla nostra analisi di fine ottava.
Premesso che la tendenza di medio periodo e’ al ribasso, abbiamo assistito ad un buon recupero del nostro indice che ha rimbalzato con forza dal supporto di 32140. Ora stiamo assistendo ad un consolidamento-verifica dei livelli toccati, che potrebbe estendersi fino ai 36000 pt. dove transita una trendline di breve periodo, che però potrebbe anche non essere raggiunta. Il conteggio di Elliott proposto, infatti, identifica l’attuale oscillazione dei prezzi come una sotto-onda 4 di grado Intermedio, che a giudicare dalla MM rossa di brevissimo periodo, potrebbe esser già in via d’esaurimento. Anzi una discesa sotto a 33845, dovrebbe confermare la continuazione della discesa dei prezzi verso il supporto di 32140, che secondo dottrina (di Elliott) dovrebbe cedere a formare l’ultima sotto-onda 5 di pari grado.
Anche l’analisi tecnica tutto sommato pare concordare con quanto appena detto, nel senso che se i prezzi non si porteranno quanto prima al di sopra dei 35000 pt. ma principalmente oltre i 36500, assisteremo ad ulteriori abbrivi ribassisti. L’indicatore d’ipervenduto da me usato ha raggiunto gli attuali livelli solo nel 2001 e nel 2002, ma non mostra ancora divergenze coi prezzi. Attenzione quindi a non cadere nei tranelli causati dalla forte volatilità del momento per inseguire rimbalzi zoppi.

venerdì 25 gennaio 2008

Il Settimanale

di Gori Capano
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Eppur si muove… disse qualcuno…
Si è mosso il nostro “banana” eccome si è mosso!
Il grafico in questione è il settimanale. Ha fatto la sua “apparizione” nel settembre dell’anno scorso… Ha turbato i sogni di qualcuno, ma lo scenario che si prospettava quello era.
Certo, conteggiarlo sempre correttamente non è un lavoro semplice… l’errore è sempre dietro l’angolo…
I miei scritti ne sono una prova tangibile... Ma questo è il lavoro di chi si cimenta nel fare analisi con questa lente.
E’ finito?! È la domanda ricorrente di molti… Si, la terza, quella potente… x la dichiarazione di morte occorre contare fino a 5…
Ho provato a buttar giù qualche scarabocchio di percorso possibile/probabile…
chi volesse aggiungere o togliere… si può accomodare.
In merito al “lavoro mensile” precedente, mi pare che la terza ipotesi ha fatto le valigie…
Rimangono in pista le altre 2 … entrambe rivolte verso il basso…
Niente male... l’importante è avere gli strumenti x poter operare in entrambi i versi…
Alla prossima.


Saluti.

goricapano@libero.it

Tutto finito?.. suvvia, non scherziamo.

Durante una fase ormai scontata un segnale contraddittorio - in questo caso ottimistico a fugare i dubbi e le paure che hanno assalito i mercati in questi giorni - può risultare utile a chi sia intenzionato a continuare a liquidare il proprio portafoglio. Chi e’ in sofferenza può sperare così di recuperare, mantenendo gli acquisti fatti, solo che a trarre vantaggio dai rimbalzi saranno solo coloro che da tempo hanno incaricato i propri brokers di vendere, potendo riprendere a farlo a prezzi ancora più alti.
Dal punto di vista tecnico il movimento altalenante e' assimilabile ad un fenomeno "distributivo", tipico nella sotto-onda 4 del sistema elliottiano, argomento accennato proprio mercoledì.
Resta pertanto valido quanto già detto, ovvero mantenere la calma fino al manifestarsi di segnali tecnici più chiari di ritorno del toro, a mio parere improbabili in questa fase. Per i ribassisti, e quindi per i traders di breve periodo, short al ritorno dei prezzi in area 36000~36500, dove verrebbe chiuso il gap di lunedì 21 gennaio.

giovedì 24 gennaio 2008

Nuove emissioni ETF.

Invesco PowerShares quota altri 7 ETF su Borsa Italiana.
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Venerdì 18 gennaio, nel mercato Etfplus di Borsa Italiana sono stati avviati alle negoziazioni 5 nuovi Etf di Invesco PowerShares: il Power Shares Global Listed Private Equity Fund, il Power Shares Palisades Global Water Fund, il Power Shares Global Clean Energy Fund, il Power Shares Dynamic Us Market Fund, ed il Power Shares Dynamic Global Developed Markets Fund.
Due altri Etf saranno avviati alle negoziazioni mercoledì 23 gennaio: il PowerShares Dynamic Italy 30 Fund ed il PowerShares Dynamic Europe Fund.
I fondi hanno un costo annuo dello 0,75% e prevedono il pagamento di un dividendo con cadenza trimestrale. I differenziali massimi di prezzo tra le proposte di vendita e d'acquisto sono stati fissati per tutti al 2%, ad eccezione dell'Etf specializzato sul private equity, che prevede uno spread massimo del 3%.
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ETF Securities lancia le prime Forward ETC su Borsa Italiana.
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Dieci nuove ETC emesse da ETFS Commodity Securities Limited saranno avviate alla quotazione sul mercato ETFplus di Borsa Italiana mercoledì 23 gennaio: l'ETFS Forward Natural Gas, l'ETFS Forward All Commodities DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Energy DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Petroleum DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Ex-Energy DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Industrial Metals DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Agriculture DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Softs DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Livestock DJ-AIGCI-F3, l'ETFS Forward Grains DJ-AIGCI-F3. Replicano l'andamento di materie prime singole (una soltanto) ed aggregate, tramite benchmark che utilizzano contratti future con consegna a 3 mesi (di qui, forward), anziché quelli immediatamente successivi (1 mese, o 2 mesi, secondo la commodity).
Il costo totale annuo delle ETC è di 54 punti base (0,54%).
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Per ulteriori informazioni consultare il sito di Borsa Italiana.

Pullback


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Riprendiamo il discorso aperto la scorsa settimana sull’ indice americano S&P500. Proprio ieri, mercoledì, ha eseguito un buon rimbalzo (+2,14%). Nella grafica lo si e’ riprodotto con barre a cadenza settimanale, e vi e’ stata tracciata una trendline di lunghissimo periodo tirata da un importante minimo dell’agosto 1982, e passante per il recente minimo del marzo 2003 (retta blu). Come si vede le quotazioni, dopo una leggera scalfittura della retta di sostegno, hanno reagito immediatamente, lasciando supporre una ripresa del trend primario (rialzista).
Tutto e’ possibile in borsa, però stavolta vi sono elementi che contrastano con questa eventualità, almeno secondo la mia opinione: alcuni sono di natura intuitiva, ad esempio il crollo a livello mondiale degli indici e il temuto slittamento verso la recessione; altri di natura tecnica, come la rottura dell’importante MM ad 1 anno (verde), che in passato ha sempre determinato un’inversione della tendenza primaria in accordo con la durata del ciclo.
La reazione in corso e’ per ora assimilabile ad un normale rimbalzo tecnico (pullback), che di solito segue al breakout di un supporto. Ad ogni modo, anche se il trend positivo dovesse riprendere, le metodologie sin qui utilizzate saranno in grado di ricollocarci sul binario giusto per salire nuovamente sul treno del rialzo.
Un primo segnale avverrebbe al superamento della MM verde, che attualmente transita a 1420 e che rappresenta l’obbiettivo del rimbalzo. Successivamente la conferma avverrebbe al superamento della trendline ribassista di nuova formazione, pressappoco attorno a 1450 pt. Va da sé che il cedimento di 1270 produrrebbe un’accelerazione verso l’area sottostante a 1200 pt. Tenere a mente quanto detto e non lasciarsi influenzare da movimenti contraddittori di breve periodo.

mercoledì 23 gennaio 2008

Rimbalzo.


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In anticipo rispetto al meeting programmato, la FED dà una sforbiciata di 0,75 pt. ai tassi, portandoli così al 3,50. Come visto però, gli effetti di questa azione non hanno prodotto l’effetto atteso, limitandosi perlopiù ad attenuare il temuto fenomeno di panic selling. Lo scossone internazionale non sortisce gli stessi effetti sul mercato USA, tuttavia la mattanza e’ iniziata, ed il recupero di ieri, martedì, sta per fornire l’occasione attesa ai ribassisti dell’ultima ora, che non si aspettavano una così inaspettata rottura del supporto di 35000. Attenzione quindi, e se possibile, visto che di ripresa non si può ancora parlare, provare a sfruttare questa breve fase per chiudere le operazioni e rimanere liquidi in attesa di occasioni migliori.
Per questo studio propongo due MM semi-adattive: una a 3 mesi (blu) e l’altra ad 1 anno (rossa). Esse calcolano automaticamente la distanza fra i minimi e i massimi che via via si vanno ad affermare, e si pongono a supporto/resistenza dei prezzi. Nell’articolo di ieri vi e’ un esempio con la MM ad 1 anno.
Come si può osservare la MM a 3 mesi supporta le accelerazioni dei prezzi, mentre quella ad 1 anno ne contiene anche le brevi correzioni. Il segnale di allerta e’ sopraggiunto nel luglio scorso, mentre la conferma il mese successivo (incrocio delle due MM). Ora entrambe stanno cadendo a picco sui prezzi che hanno accennato ad una forte frenata della discesa, rimbalzando con violenza da quota 32000, stabilendo in quell’area un valido supporto. A questo proposito si può notare come il mercato, ancora una volta, abbia tolto la possibilità di intervenire al normale investitore, aprendo in forte gap (-4,64%) e richiudendolo a fine seduta. Roba da professionisti. Lasciamoli cuocere nel loro brodo.
Quello che interessa la nostra analisi e’ più semplice: attendiamo che la MM blu, più veloce, venga interessata: ciò ci avvertirà che qualcosa sta per cambiare; quindi il superamento della MM rossa, molto più attendibile, che consentirà il ritorno agli acquisti. L’ennesimo incrocio positivo (MM blu sopra alla rossa) sarà la conferma che un nuovo trend rialzista e’ in atto.
Il movimento che sta per manifestarsi a seguito del rimbalzo di ieri potrebbe rientrare in una sorta di inizio di spostamento laterale dei prezzi a formare la sotto-onda 4. illustrata nel grafico, tale da richiamare ancora più in basso le MM, che serviranno da test.

martedì 22 gennaio 2008

Giornata da dimenticare.


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Occorrerà invece ricordarsene bene di questa “giornata da dimenticare”. Una rapida occhiata alla grafica evidenzia come il breakout di luglio della MM semi-adattiva, che si adegua automaticamente al ciclo trasformandosi in un vero e proprio supporto (resistenza) mobile, stia determinando l’inizio di un’inversione di tendenza.
Il tonfo di lunedì non prende di sorpresa i nostri lettori; quello che desta perplessità e’ la violenza con cui si schianta il supporto di 35000, e che fa supporre che la mattanza sia appena iniziata. Da un certo punto di vista e’ una fortuna che il supporto abbia ceduto, così nessuno ha potuto abboccare all’amo del rimbalzo. I prossimi livelli di riferimento, anche se di scarsa affidabilità, si collocano rispettivamente a 32000 e 31000.
L’intera fase ora si può collocare in quell’ambito correttivo, che già da due anni avevo ipotizzato come due gigantesche onde A (crollo del 2000) e B (la lunga risalita dal 2003), alle quali sta facendo seguito la terza: una C (extension 3) di pari grado. Se tale funesta ipotesi trovasse conferma l’obbiettivo si porrebbe ben al disotto dei 28500 pt. che rappresentano il territorio dell’onda (A) di grado inferiore. Se così non fosse, questa grande C si trasformerebbe in un onda (4) di grado inferiore e si ripartirebbe verso nuovi massimi. Ecco il perché dell’inutilità della pur affascinante teoria di Elliott. Non vi sono mai certezze e nessuno ci azzecca mai, e qualora ci riuscisse sarebbe solo un caso. Non per nulla in questo periodo sono stati ritirati da siti e blogs i grafici e gli articoli che promettevano nuovi massimi. Anche il conteggio illustrato in questa pagina di per sé non ha alcun senso, in quanto può essere smentito e quindi cambiato, già dalla prossima settimana. Ciò che conta e’ il messaggio fornitoci dall’analisi tecnica, che a seguito di una banale rottura di un’altrettanto banale MM, ci ha messo in allerta fin dall’estate scorsa. Inutile chiudere la stalla ora che i buoi sono scappati. Vediamo ora come reagiranno i mercati americani alla riapertura dalla festività.

La crisi borsistica si propaga nel mondo.

di Borsaplus
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Le borse europee si sono piegate all'evidenza: c'e' un clima troppo negativo che monta, in generale, e pochi se la sentono di puntare sui prezzi attuali delle azioni. L'America oggi era chiusa ma l'Europa ha fatto storia da sola. In genere quando oltreoceano c'e' festa anche dalle nostre parti si lavora - almeno in borsa - poco. Oggi e' successo il contrario. Una grandinata di quelle che si tramandano si e' abbattuta sui mercati europei e alla fine si sono visti ribassi degni dell'11 settembre 2001.
Londra ha perso il 5,48%, Francoforte il 7,16%, Parigi il 6,83%, Madrid il 7,54%, Milano il 5,17% e la Svizzera il 5,26%. Tutti allineati, tutti d'accordo, la convinzione comune e' questa: "meglio vendere che stare a penare ancora con i titoli in portafoglio". Tutti chi? Tutti. Piccoli e grandi investitori. Basta guardare i volumi: accelerazione ribassista e volumi in crescita. Un classico dei ribassi tosti. A dire il vero questo succede dall'inizio dell'anno, ma solo adesso lo si vede sul grafico con estrema chiarezza.
La mattinata era gia' iniziata male con Tokyo che aveva perso quasi il 4%. A scatenare la bufera, come c'era da aspettarsi, i titoli finanziari. Ma non solo questi, vedi l'Italia per esempio, dove a guidare il tracollo erano stati fino a meta' giornata Saipem, Fastweb, Cementir, Prysmian, Luxottica, tutti con perdite superiori al 5%. Guidava la mandria in fuga Saipem con il 7,53%. La preoccupazione dei venditori del titolo era evidente. Con la recessione, o qualcosa del genere, in arrivo, il petrolio sarebbe sceso e quindi meglio disfarsi dell'asset alla velocita' della luce. Unicredito (erano o non erano i bancari a dover scendere?) tutto sommato reggeva perdendo solo quasi il 5%.
In finale di giornata tutto pero' diventava piu' chiaro: a guidare la discesa Unicredito, com'era giusto che fosse, con il 9,71%, ma a un'incollatura Saipem la tallonava a -9,32%. Delle 40 blue chips nessuna si è salvata. Il titolo che ha fatto meglio e' stato Italcementi con -1,04%. Una storia perfetta da raccontare ai nipoti.
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lunedì 21 gennaio 2008

Lezione 10: Linee-guida dell’alternanza

Le linee-guida presentate nelle Lezioni 10-15 sono discusse e illustrate nel contesto di un mercato toro. Ad eccezione di quando e’ specificamente escluso, esse si applicano ugualmente nei mercati orso, nel cui contesto le illustrazioni e le implicazioni saranno invertite.


Alternanza


La regola dell’alternanza e’ molto ampia nella sua applicazione e avverte l’analista di attendersi sempre una differenza nella successiva manifestazione di un’onda simile. A volte non si e’ convinti che l’alternanza sia inevitabile in tipi di onde nelle formazioni piu` grandi, tuttavia ci sono casi abbastanza frequenti che consigliano di farci attenzione piuttosto che ignorarle. Benché l’alternanza non dica esattamente cosa accadrà, dà importanti segnali su ciò che non bisogna aspettarsi, ed e’ perciò utile da ricordare nell’analizzare le formazioni delle onde e nell’assegnargli possibilità future. Principalmente insegna all’analista a non presumere, come molti tendono a fare, che poiché l’ultimo ciclo di mercato si e’ comportato in un certo modo, anche questo sicuramente farà lo stesso. Come i bastian contrari non cessano mai di appuntare, il giorno in cui la maggior parte degli investitori percepiscono l’apparente condotta del mercato, quello e’ il giorno in cui esso cambierà completamente. Comunque, Elliott andò oltre affermando che l’alternanza era virtualmente una legge dei mercati.


Alternanza negli Impulsi

Se l’onda due di un impulso e’ una correzione sharp (marcata, profonda), aspettarsi che onda quattro sia una correzione laterale, e viceversa. La fig. 2-1 illustra le caratteristiche piu` significative delle rotture di onde impulsive, sia all’insù che all’ingiù, come suggerito dalla linea guida dell’alternanza. Le correzioni sharp non includono mai un nuovo prezzo estremo, per es. una che si arresti oltre la fine ortodossa di un’onda impulsiva precedente. Esse sono quasi sempre zigzag (anche doppie o triple); occasionalmente possono essere doppie-tre che iniziano con una zigzag. Le correzioni laterali includono le piatte, i triangoli, e doppie e triple correzioni. Di solito includono un nuovo prezzo estremo, per es. una che si arresti oltre la fine ortodossa di un’onda impulsiva precedente. In casi rari, un triangolo regolare (uno che non includa un nuovo prezzo estremo) posizionato nella quarta onda rimpiazzerà una correzione sharp in alternanza con un altro tipo di modello laterale posto nella seconda onda. L’idea dell’alternanza negli impulsi può riassumersi dicendo che uno dei due processi correttivi conterrà un movimento prima o dopo la fine dell’impulso precedente, mentre l’altro no.


fig. 2-1

I triangoli diagonali non mostrano alternanza fra le sotto-onde 2 e 4. Di solito sono entrambe zigzag. Le estensioni sono un’espressione dell’alternanza, in quanto le onde “motive” alternano le loro lunghezze. Tipicamente la prima e’ corta, la terza e’ estesa, e la quinta e’ di nuovo corta. Le estensioni, che normalmente capitano in onda 3, a volte avvengono nell’onda 1 o 5, un’altra manifestazione di alternanza.

L’ Alternanza nelle Onde Correttive

Se una vasta correzione inizia con una costruzione a-b-c piatta per onda A, aspettarsi una formazione zigzag a-b-c per onda B (vedi fig. 2-2), e viceversa (fig.2-3). Pensandoci un attimo, e’ ovvio che questo fatto sia evidente, poiché la prima figura riflette un’inclinazione verso l’alto in entrambe le sotto-onde, mentre la seconda mostra una pendenza verso il basso.


fig. 2-2




fig. 2-3

Abbastanza spesso, se una correzione vasta inizia con una semplice zigzag a-b-c per onda A, onda B si svilupperà in una zigzag suddivisa in modo ancor piu` intricato per realizzare un tipo di alternanza, come in fig. 2-4. A volte onda C sarà ancor piu` complessa, come nella fig. 2-5. L’ordine inverso della complessità e’ un po’ meno comune.




fig. 2-4



fig. 2-5

sabato 19 gennaio 2008

Riepilogo settimanale.


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La settimana a Piazza Affari si chiude in calo del –4,31%. Peggio fa l’americano S&P500: -5,41%. Si sgretola man mano l’impalcatura che aveva sostenuto la lunga fase rialzista di questi anni. Le quotazioni si dirigono di gran carriera verso il supporto in area 35000/34700, che dovrebbe frenare la pressione delle vendite. Da tale livello se rimbalzo ci sarà, questo dovrà essere considerato come occasione per liquidare le posizioni residue, visto che la struttura sembra aver assunto una pericolosa pendenza che lascia supporre ulteriori abbrivi ribassisti. L’impossibilità dell’ RSI di riportarsi sopra alla propria MM pare convalidare l’impianto di questa ipotesi (vedi figura).
Tutto sommato non vi sono novità, in quanto l’evoluzione degli ultimi eventi altro non e’ che il naturale sviluppo di quanto ampiamente discusso nelle pagine di questo blog. Seguire il trend ed i suggerimenti del Sistema Esperto ha reso abbastanza agevole prendere le giuste decisioni. Ora non si dovrà commettere l’errore di anticipare eventuali rimbalzi, che potrebbero rivelarsi più brevi delle aspettative.
Entro fine mese, così si legge nelle pagine economiche, dovrebbe esserci un sostanzioso taglio dei tassi: alcuni parlano addirittura di -0,75 pt. Il risultato di questa aspettativa, come si vede, non ha affatto modificato la situazione delle borse. Del resto quando un ciclo si chiude (inizia) niente può opporvisi. Può uno scoglio arginare il mare? recita una celebre canzone di Battisti. Allo stesso modo, provvedimenti dell’ultima ora non sono più in grado di modificare la strategia impostata dai gestori ormai da tempo, che man mano stanno scaricando sul mercato l’intero portafoglio detenuto dai loro “grandi” clienti.
Dal punto di vista tecnico mi viene da dire “era ora”: finalmente si sta creando una vera opportunità per tornare agli acquisti a prezzi più accettabili. Quando e come non si può ancora dire, ma come sempre nel passato, verrà il momento adatto per operare nuovamente a basso rischio.

venerdì 18 gennaio 2008

Terna


Situazione stabile per Terna, che chiude l'ottava invariata (+0,07%). Attualmente sta consolidando i livelliraggiunti. La correzione puo' per ora essere assimilata ad un normale pullback. Supporto cautelativo a 2,74.

Enel


Pausa per Enel che si mantiene nell'area di congestione. Il titolo termina la settimana in leggero progresso del +0,25%. Il Sistema segnala debolezza coerentemente al modello di doppio massimo. Attenzione.

Snam Rete Gas


Ancora progressi per Snam Rete Gas che si spinge a 4.58, con un progresso del +1,42%. Possibile test sulla resistenza a 4,80. Stop cautelativo a 4,44.

A2A



Segnale di vendita da parte di A2A (ex AEM) che perde il -6,15%. Il titolo rompe il supporto cautelativo a 2,94 euro, ed esce pertanto dalla rosa indicata. Non sono da escludere recuperi imminenti, tuttavia seguiamo le indicazione suggerite dal Sistema Esperto.

giovedì 17 gennaio 2008

S&P500: crollo o ripresa?


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Poiché le borse europee copiano gli indici americani, in particolare l’ S&P500 (il più importante), sarebbe opportuno dare un’occhiata alla situazione di quest’ultimo, onde trarre ognuno le proprie conclusioni.
L’analisi e’ molto semplice e schematica: sono state tracciate due trendlines fondamentali: una passante per i minimi del marzo 2003 e del giugno 2006, e l’altra (blu) tirata dal minimo del luglio 2003 e anch’essa passante per il minimo del giugno 2006; e’ stata anche aggiunta una MM a due anni, che si e’ dimostrata molto puntuale durante l’intero stadio ascensionale, snodandosi a sostituire ora l’una ora l’altra trendline. Le frecce stanno ad indicare i rimbalzi che la retta più lunga ha prodotto – notare come in questo caso la MM, che prima si accoppiava alla retta blu, si sia portata a sostegno della nera.
Il 4 gennaio di quest’anno la forte retta di tendenza e’ stata bucata al ribasso, ed insieme ad essa anche la solida MM a due anni. Questo fatto in analisi tecnica riveste un’enorme importanza, in quanto indica la fine di un movimento direzionale, e quindi di un ciclo. La sola possibilità che questo episodio si riveli un whipsaw (abbaglio) e’ che la nuova retta blu respinga con decisione i prezzi, possibilmente al disopra e della media mobile e dei 1450 pt. per cui transita un letale incrocio di rette. Ad ogni modo, fintantoché i prezzi non scenderanno sotto quota 1360 si assisterà ad una continuazione della fase d’incertezza: ripresa o solo pullback?
L’obbiettivo naturale, in caso di cedimento di tutto l’impianto illustrato, si pone a 1220 pt. sui quali e’ stata tracciata una retta di supporto. Da aggiungere infine che entrambi i Sistemi Esperti di medio e di lungo periodo sono al ribasso, rispettivamente da novembre e da gennaio.

mercoledì 16 gennaio 2008

Investimento e speculazione.


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Proprio ieri da queste pagine accennavo alla tempestività con cui opera lo speculatore, che tentando di massimizzare il proprio profitto, imposta piu` operazioni con la speranza di catturare il movimento fin dal suo inizio. Al contrario l’investitore cerca di cavalcare il trend, operando solo nella direzione primaria, diminuendo così il rischio di incorrere in falsi segnali. Abbiamo perciò questa situazione: investitore = +1; speculatore = 0. Ad onor del vero pero` quest’ultimo e’ già fuori dal trade, anzi attraverso la tecnica dello stop & reverse e’ nuovamente nel mercato, anche se nella direzione opposta.
La disciplina cui egli sottopone la sua operatività gli impone di chiudere celermente le operazioni, specie se in contro-tendenza, minimizzando quindi le sofferenze che interventi sbagliati possono produrre.
Sotto questo aspetto sembra proprio che lo speculatore in fin dei conti possa sempre approfittare del movimento dei prezzi, qualunque sia la loro direzione; tuttavia anche l’investitore se usasse strumenti derivati potrebbe fare altrettanto, pur facendo assai meno operazioni. Comunque, e’ noto che l’investitore non ama intraprendere operazioni ribassiste, per cui nei commenti sul mercato azionario si suggerisce un comportamento attendista.
Ed ora..? La decisa rottura del supporto di martedì elimina tutte le residue perplessità. Vincono questo round i catastrofisti. La Banca d’Italia annuncia una netta riduzione della crescita del PIL, ma già dalla scorsa estate da queste pagine ci eravamo accorti che l’indice nostrano andava in contro-tendenza rispetto agli altri, in altre parole aveva dato un segnale di vendita; ovviamente il tutto avrebbe dovuto trovare conferma, ma la rottura della grande trendline rialzista aveva già annunciato, come piu` volte ripetuto, la fine dello stadio 2003/2007. L’obbiettivo della discesa si pone in area 35000, e pullbacks a parte, sarà difficile assistere a rimbalzi significativi prima della verifica di questo livello. Indossiamo il paracadute e aspettiamo.

martedì 15 gennaio 2008

Oscillatore “previsionale”.


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Tushar Chande, uno dei piu` prolifici studiosi e creatori di indicatori tecnici, chiamò uno dei suoi oscillatori “Forecast Oscillator”, ossia Oscillatore Previsionale. Secondo il suo creatore, esso con i suoi su e giù avrebbe dovuto anticipare i futuri movimenti dei prezzi. Questo però e’ ciò che ognuno richiede al proprio indicatore, col risultato che spesso quasi tutte le nuove idee e invenzioni non sono affatto superiori agli strumenti già conosciuti ed utilizzati. Esso consiste in un’estensione della Linea di Regressione, altra sua “creatura”, di cui trattato poco tempo fa’, e ne calcola la differenza percentuale tra questa e il prezzo attuale.
Spesso, come a volte succede, si parte da un’idea e poi ci si accorge che il risultato e’ completamente diverso da quello atteso. Un esempio e’ dato dall’oscillatore riportato in figura, il quale voleva emulare l’ MACD, ma poi si e’ rivelato un ottimo anticipatore della direzione dei prezzi. Esso e’ molto sensibile al variare del prezzo, ed ogni volta che si porta oltre la propria trendline di breve periodo ne segue un movimento in quella direzione.
Va detto che i segnali che gli indicatori producono sono sempre validi; la differenza rispetto al falso segnale e’ data dal fatto che il cambiamento duri o meno nel tempo. A questo scopo detti segnali vengono filtrati attraverso ulteriori MM o trendlines (come in questo caso).
Nel grafico soprastante i prezzi si muovono ancora al disotto della propria MM mensile, mentre sull’oscillatore e’ già comparso un segnale di acquisto (freccetta), che verrebbe confermato al superamento della linea dello zero. Usato in accoppiata con l’ MACD o con l’ RSI, esso fornisce un’utile indicazione circa la bontà del segnale, specie quando essi sono prossimi all’area di ipervenduto (ipercomprato), o quando essi mostrino una divergenza coi prezzi (come nel nostro caso).
In sostanza il segnale sarà valido qualora non si tratti di mero rimbalzo tecnico, ma questo un indicatore non può saperlo; starà a noi e alla nostra esperienza capire la qualità del suo messaggio, e non rimanere intrappolati nell’operazione: e’ per questo motivo che sostengo che i trades vanno impostati nella direzione principale del trend, onde diminuire i rischi e massimizzare i profitti.
Nel nostro caso e’ comparso un segnale in prossimità di un supporto e in divergenza coi prezzi. La conferma, qualora giungesse, sarebbe tardiva rispetto alla trendline ribassista che transita poco sopra ai 39000 pt. e che costituirebbe il probabile obbiettivo di riferimento. In altri termini, lo speculatore entrerà in acquisto da subito, mentre l’investitore dovrà ancora attendere. Supporto 37125.

sabato 12 gennaio 2008

Riepilogo settimanale


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Il supporto tiene, come ipotizzato mercoledì scorso, e l’indice chiude l’ottava attorno alla parità (-0,23%). Il segnale di vendita apparso sul grafico il 14 dicembre ha trovato sino ad ora la sua giustificazione. I prezzi hanno momentaneamente arrestato la loro caduta, tuttavia manca ancora quel segnale di ripresa che forse il mercato attendeva, infatti sembra non aver sortito effetto neppure l’eventualità di nuovi tagli sui tassi da parte della FED. E’ evidente che il fenomeno cui si sta assistendo dipende sempre piu` dall’affermarsi di un ciclo di portata maggiore di quanto ci si aspettasse. La verifica potremmo averla la settimana prossima, qualora l’americano S&P500 non reagisse alla prova del forte supporto che sta per affrontare. Da parte sua l’indice nostrano ha fatto il possibile per non perdere il proprio supporto, sotto al quale si aprirebbero spazi almeno fino a quota 35000, confermando così il maggior grado della correzione attuale.
Come si può vedere nella grafica, non occorre fare previsioni, in quanto il nostro sistema ci ha da tempo inseriti sul binario giusto. Continuare a seguire la strategia attendista imposta dai suoi algoritmi appare l’atteggiamento migliore. Attendere.

America amara - Wall Street, niente da fare, scende

Redazione Borsaplus
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La borsa di New York ha chiaramente ceduto venerdì: gli investitori temono un aggravarsi delle difficoltà delle banche. L' S&P500 ha ceduto l'1,36%, il Dow Jones l' 1,92% e il Nasdaq l'1,95%. La borsa Usa chiude in negativo anche su base settimanale (-2,58% il Nasdaq, che ha registrato la peggiore performance). La prossima settimana ci saranno le trimestrali di importanti istituti bancari che dovrebbero annunciare nuovi deprezzamenti degli attivi. Merril Lynch ha gia' annunciato di dover raddoppiare le perdite, arrivate ora a 15 miliardi di dollari.Gli investitori seguono ormai solo le notizie negative. In questo momento l'attenzione e' concentrata sulle imprese. L'impressione e' che per esse l'economia americana sia gia' in recessione. Ha destato preoccupazione anche l'aumento delle insolvenze (carte di credito) annunciata da American Express (oggi -10.36%). La banca ha aggiunto di registrare una dimninuzione dei consumi.L'annuncio dell'acquisizione del primo operatore nel settore dei prestiti ipotecari Countrywide Financial (- 18,32%) da parte di Bank of America (- 2,04%), per salvarlo da un fallimento annunciato (dalle conseguenze potenzialmente disastrose per l'economia del paese) non ha molto pesato sulla tendenza.
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giovedì 10 gennaio 2008

USA in recessione?

Secondo gli analisti della banca d’affari Goldman Sachs il 2008 vedrebbe l’economia americana entrare in recessione, e di conseguenza anche quella europea. Pochi giorni fa altri analisti di altrettanto importanti banche americane parlavano di un rallentamento dell’economa nella prima parte dell’anno, e di una ripresa nel secondo trimestre. L’agosto scorso dicevano anche di vedere il titolo Fiat a 30 euro, raccomandando di riacquistarlo tra i 18,00 e i 20,00: attualmente il titolo ne vale 16,00. Ogni ulteriore commento e' superfluo.

Alla prova del supporto.


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Il supporto a 37185 sta frenando la caduta dei prezzi, tuttavia a differenza delle precedenti due occasioni (a metà novembre e a metà agosto), stavolta i prezzi non hanno ancora reagito con decisione, anzi la chiusura attuale (37321) e’ la piu` bassa dal minimo di agosto. Unico elemento positivo di questa fase e’ il posizionamento divergente dell’ RSI rispetto alla debolezza dei prezzi, anche se in realtà il movimento e’ ancora in atto – come evidenziato dalla permanenza al disotto della propria MM. Con questo voglio dire che qualora assistessimo ad un rimbalzo, questo avrebbe qualche probabilità in piu` di bucare la trendline ribassista che transita attorno ai 39000 pt.
Il tentativo di mantenere le quotazioni entro il supporto indicato e’ dovuto alla verifica che l’indice americano S&P500 dovrà affrontare prossimamente. Infatti esso sta puntando sul forte supporto di 1370, dove passano sia il supporto statico, che quello dinamico. L’incrocio dovrebbe reggere, almeno al primo tentativo, perché se così non fosse, le implicazioni che ne deriverebbero sarebbero altamente negative.
Salvo particolari accadimenti, il fine della settimana non dovrebbe riservare particolari sorprese, anche se non sono da escludere falsi segnali in entrambe le direzioni. Pazientiamo ancora un po’.

martedì 8 gennaio 2008

Analisi ciclica.


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Data la brevità della serie storica del S&P/MIB, e’ stato usato per questa analisi l’indice COMIT, i cui dati arrivano sino al 1973. Ad esso e’ stato applicato un Sistema Esperto di lungo periodo che ben ne evidenzia i vari momenti, favorevoli (barre verdi) e sfavorevoli (rosse). A tale proposito, notare come il Sistema segnali tempestivamente l’uscita dagli acquisti a quota 2000 (40000 del S&P/MIB).
I movimenti ciclici - ossia l’alternanza delle due fasi teste` citate - appaiono inevitabili, e si manifestano periodicamente a ridimensionare gli eccessi prodotti dalla speculazione. La difficoltà nel prevenirli sta nel fatto che essi non hanno una scadenza temporale prevedibile, inoltre in seno agli stessi si possono verificare correzioni talmente violente da essere scambiate per inversioni di tendenza, come ad esempio nel 1998, che ho volutamente ignorato solo per la brevità della sua durata.
I vari cicli in passato non sono mai durati meno di due o tre anni, sia al rialzo che al ribasso, e nel nostro caso, dopo un rialzo durato oltre quattro anni, s’intravede l’inizio di uno stadio che in passato ha procurato notevoli sofferenze ai risparmiatori.
Chi segue questo blog ha potuto constatare che in alcune occasioni avevo paragonato l’ultimo rialzo a quello del 1988-1990, caratterizzato anch’esso da bassa volatilità e modesta angolazione nella salita. Inoltre si era sottolineata anche l’assenza di correzioni significative, tali da fornire nuove opportunità a chi avesse perso il treno del rialzo.
Quello che qui voglio porre in rilievo, non sta nell’azzardare previsioni piu` o meno pessimistiche, bensì che il passato e’ lì a mostrare in modo chiaro cosa avviene quando si deve percorre l’altro versante della montagna.
Dalle analisi e dalle prospettive degli studi economici trapela solo ottimismo, anche se moderato – si parla di ripresa nella seconda parte del 2008 – ma io mi chiedo cosa c’entri questo con la borsa? e soprattutto cosa abbia a che fare con i metodi usati nella nostra analisi?
Il Sistema ci dice di vendere. Non ci dice fino a quando. Esso ci ammonisce che sono intervenuti mutamenti tali da sconvolgere i suoi algoritmi, tutto qui. Notare come durante tutta la salita esso sia rimasto strenuamente ad indicare la positività del momento. Ha forse avuto torto? Esso non conosce le notizie: non legge giornali e non vede la TV, tuttavia ha sempre mantenuto efficacemente il risparmiatore al riparo da decisioni avventate: chi avrebbe potuto continuare a comprare in un periodo in cui si e’ avuta una crescita economica uguale a zero? Lui lo ha consigliato ed ha avuto ragione, ed ora dice basta, la festa e’ finita! Avrà ancora ragione? Il ciclo sembra dello stesso avviso, il resto ai posteri.

lunedì 7 gennaio 2008

Previsioni per gennaio 2008.

di Paolo Barrai
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Le previsioni per il mese di gennaio sono di un’accentuazione della volatilità. Di una discesa continua dei listini accompagnata però anche da forti recuperi. Tuttavia i minimi del 2007 non sono stati ancora infranti. La loro rottura porterà molta negatività sulle borse ma anticipare i tempi risulta periocoloso. Il consiglio è BUY ON THE DIPS AND SELL ON THE HIGHS! Per una volta cerchiamo di non fare il parco buoi! Approfittiamo delle occasioni che il mercato vorrà offrire. Mi raccomando: 1) Confrontate quello che ho scritto nel mio blog a partire dal mese di giugno con quello che vi ha raccontato la vostra banca o il vostro private banker o promotore e traete le vostre conclusioni. 2) Guardate le performance del vostro portafoglio negli ultimi mesi. 3) Assicuratevi che i prodotti a capitale garantito siano effettivamente tali. Se le obbligazioni sottostanti dovessero ripagare meno potreste rischiare di perdere quello che considerate sicuro!4) Evitate i fondi, anche obbligazionari, in quanto potrebbero avere nei portafogli titoli che potrebbero rivelare forti perdite (titoli da cartolarizzazioni). 5) Diversificate al di fuori dall’Italia i vostri investimenti (in tutti i sensi).
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Questi i commenti e le opinioni di P. Barrai che puoi trovare su Mercato Libero.

domenica 6 gennaio 2008

Cosa fara' l'economia Usa nel 2008?

di L. Priori Friggi.

Cosa succedera' nel 2008 all'economia americana? Al solito rispondere e' un esercizio che rappresenta troppe difficolta' per poter essere ragionevolmente attendibile. Ma come si fa all'inizio di un nuovo anno a non cedere alla tentazione del "guru"?
Ebbene: cio' che sembra probabile e' un indebolimento dell'economia nella prima parte dell'anno e una ripresa nel secondo. Tutto questo non sulla base delle decisioni che prenderanno le autorita' monetarie e di governo nei prossimi mesi ma sulla base di quelle gia' prese, e in riferimento all'andamento ciclico degli affari. La crisi dei sub-prime e' un elemento in piu', non la causa di questi avvenimenti.
Entrando nel dettaglio potrebbe verificarsi che alla fine del 2008, in termini di PIL, gli USA si attestino all'interno di una forchetta compresa tra 1.6/2.2%, mentre la borsa dovrebbe subire un contraccolpo di un certo peso per tutti i primi mesi del nuovo anno per poi riprendersi a partire dall'estate.
In questo momento, dopo gli ultimi dati sull'occupazione USA, sta facendosi rumorosa la richiesta di abbassare ancora i tassi federali. Nella riunione del 30 gennaio la FED -se altri dati macro negativi si accumuleranno - si trovera' di fronte ad una pressione della comunita' finanziaria per un taglio di 50 punti base.
Se cio' accadesse, si avrebbe un ulteriore indebolimento del dollaro che potrebbe cosi' portarsi fino a 1,55/1,60 contro euro. Questo ovviamente se la BCE restera' ferma sugli attuali livelli di tassi.
Che fare nel frattempo nell'azionario? Coprirsi o ridurre l'esposizione sembra la soluzione piu' logica. Ma le prime non sono tecniche alla portata di tutti.
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sabato 5 gennaio 2008

Riepilogo della settimana.


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Se si deve indovinare quale prezzo avrà un particolare titolo o indice domani, una risposta logica potrebbe essere: “pressappoco vicino alla chiusura di oggi.” Se i prezzi si muovono in trend rialzista, una risposta migliore sarebbe: “pressappoco vicino alla chiusura di oggi con tendenza a salire.” L’analisi della linea di regressione e’ la conferma statistica di questi assunti logici.
La Linea di Regressione e’ una semplice trendline tirata fra due punti e disposta nell’esatta metà dei prezzi. Se si pensa a questa trendline come l’equilibrio del prezzo, ogni movimento al disopra o al disotto di essa indicherà il diverso comportamento di compratori e venditori. La sua inclinazione rende l’idea delle reali aspettative del mercato, perciò riassume in se` una certa valenza previsionale. Diversamente da una media mobile, essa non e’ condizionata dal trascorrere del tempo, tuttavia varierà la sua inclinazione quando i prezzi si allontaneranno dalla sua zona d’influenza. Sopra e sotto ad essa vengono tracciate di regola delle parallele a mo’ di canale, che indicano sommariamente i punti in cui i prezzi tendono a reagire.
Nel grafico del S&P/MIB vediamo gli effetti di due momenti della Linea di Regressione: uno va dal massimo di maggio al minimo di agosto (canale verde); l’altro dal massimo di maggio al massimo di dicembre (canale marrone). Poi i canali così ottenuti vanno estesi all’infinito per avere un’idea di cosa avverrebbe se la situazione continuasse in quei termini.
Nel caso del nostro indice, la rottura del canale verde, confermata dal pullback di consolidamento (cerchio blu), spinge i prezzi piu` in alto, dando vita ad un nuovo canale piu` ampio del precedente, ma di minore angolazione, e proprio per questo piu` solido. La dimostrazione e’ evidente per il fatto che per ben tre volte i prezzi hanno reagito negativamente al test del bordo superiore. Da ciò ci si aspetta che le quotazioni si apprestino a sondare la parte bassa del canale, avendo già oltrepassato la linea di regressione.
Negatività, quindi, per il periodo che si prospetta e che vede la settimana chiudere in calo del –2.86%, avallata anche dall’ RSI che torna a puntare in basso mancando di superare la propria MM. Sconfessate perciò le stupidaggini sui rally natalizi che volgono la sfida dei pessimisti a loro favore. Ma non era difficile, come piu` volte scritto da tempo in questo blog.

Mensile

di Gori Capano
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Eccoci arrivati nel Nuovo Anno… Benvenuti.
Speriamo sia proficuo di salute innanzitutto e anche del resto, se possibile.
Inizio d’anno è obbligatorio mettere sotto osservazione il mensile nostrano.
Cercare di scrutarlo, strapazzarlo… capire se può essere fonte di ispirazione x l’anno che sarà…
La prima annotazione importante è che la chiusura dell’anno è per la prima volta,
e non succedeva da molto tempo, sotto la precedente. Altra annotazione è questo numero 43905.
Questa è la cima toccata dal future… l ’S:&P MIB è andato anche nel territorio delle 44mila…
Da quella vetta c’è stato sì, il solito sali-scendi… ma in retromarcia!! Scrivevo tempo fa…
Mese: quella vetta a 43905 resiste imperterrita… guarda tutti dall’alto… venite a prendermi sembra dire… Le candele successive hanno massimi decrescenti… chissà che vorrà dire!!?
D’ipotesi se ne sono costruite parecchie… ma quelle “degne di nota”, secondo i parametri della teoria elliottiana, si riducono a poche…
La 1ma ipotesi, non in ordine d’ importanza, parte dalla considerazione che il trend è partito nell’ottobre del 2002 e ha concluso le 5 onde… Ma, c’è da mettere subito un ma… la 2 entra nel territorio della 1…
Per poco, veramente molto poco... ma entra… secondo i canoni non è possibile conteggiarla come 2.
E’ buon senso osservare però che nell’ottobre del 2002 i mercati mondiali hanno cambiato rotta… il “banana”, come è stato ribattezzato in rete, fa eccezione?! nell’era della globalizzazione!?
Lasciamo il dubbio e andiamo avanti…
La 2nda ipotesi, parla il linguaggio correttivo, facendo partire il conteggio dal marzo 2003, dice che a 43905 si sono concluse 3 onde… allo stato, da catalogare come possibile B.
Dove la A è la discesa del 2000… mancherebbe all’appello un’altra lettera…
Catastrofe… cataclisma… iniziano x C.
La 3rza ipotesi, non meno importante, dice che, sempre partendo dal marzo 2003, a 43905 si è infranta la terza onda impulsiva, e che, in corso d’opera, altro non è che il rintracciamento di un possibile triangolo da conteggiare come onda 4… Allo stato attuale entrambe le ipotesi sono “aperte”
Un paio di candele ancora dovrebbero schiarire il quadro… avremo modo di riparlarne.
Queste, a mio modesto giudizio, le Ipotesi possibili/probabili.
Se avete ulteriori conteggi rispondenti ai canoni Elliottiani, vi sarò grato e ben lieto di riceverle…
Saluti
Venerdì 4 gennaio 2008.
Ero preso da questo studio … inizio d’anno volevo focalizzare bene la conta sul mese… Accendo il computer cosa vedo!? tutto rosso… si che è un colore che non mi dispiace ma le domande sono altre… crolla tutto!?… chiudo tutto?!
Ho delle call… stasera sono con le ossa rotte!! Ma non è quello il punto… la domanda è un’altra: è sbagliata l’analisi?!.. calma… ragioniamo… ragioniere ragioniamo diceva il grande principe De Curtis in arte Totò…
Avevo detto nello scritto Natalizio che… 37880 ha sentenziato il mercato.Avendo come riferimento quel 37320 fatto precedentemente, inizio di una novella onda.
Evidentemente era solo il primo grado..poi c’è l’appello… e anche la Cassazione…
è sempre lunga la strada x il giudizio finale…
Lettere o numeri… lettere è la risposta… ma posizionate in modo diverso!!
Visto che il mercato esagera sempre, ed il mercato ha sempre ragione, nulla impedisce d’arrivare nelle vicinanze di dove si è partiti… poi bisognerà fare il pieno xchè toccherà alla 3/C… ed in entrambe le versioni… la potenza non dovrebbe mancare…
Pensavo e penso tuttora questo… i motivi x cui la borsa sale o scende li lascio volentieri ai giornalisti o presunti tali… io “lavoro” con/e su altri parametri…
Lunedì sarà giornata di panico?… vista la chiusura degli americani, si direbbe di si…
La teoria dice che è buona x comprare.
Mi fermo qui… Saluti alla prossima.
goricapano@libero.it

venerdì 4 gennaio 2008

ASM Brescia


Situazione invariata per ASM Brescia, che chiude l'ottava con un +0,02%. Una violazione del livello di 4,80 costituirebbe un primo segnale di allerta. Mantenere.

Finmeccanica


Finmeccanica corregge lasciando sul "parterre" il -3,55%. Il Sistema chiuderebbe l'operazione sotto a 20,85.

Atlantia


Settimana negativa per Atlantia, che cede il -3,59%. Il Sistema Esperto passa a negativo, tuttavia la sua tendenza di modesta angolazione ha spesso prodotto falsi segnali. Il supporto a 24,60 e' ormai vicino. Per il lungo periodo l'impostazione e' ancora positiva, come evidenziato sia dall'oscillatore che transita ancora nella parte alta del diagramma pur puntando verso il basso, sia dal nastro verde in fondo al grafico. Difficile suggerire come operare.

Saipem


Continua il consolidamento per Saipem, che chiude l'ottava con un -0,26%. L'impostazione resta ancora positiva, anche se sul grafico e' apparso un segnale di uscita dal titolo. Le quotazione continuano ad oscillare sul supporto. Una reazione dagli attuali livelli potrebbero rappresentare una buona occasione per rientrare in acquisto. Supporto 25,60 euro.

mercoledì 2 gennaio 2008

Euro-USD. Inizio di una fase laterale, oppure..?


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Il 2007 si e’ chiuso con la moneta europea attorno ai massimi rispetto a quella americana. Ed ora, viene da chiedersi, che succederà..?
Nessuno può affermare con certezza di avere la soluzione a questo genere di domande, tuttavia si possono azzardare delle valutazioni di tipo statistico, che spesso trovano poi la loro conferma. Credo che gli studi di Elliott su questa materia siano i piu` indicati per risolvere questo quesito; infatti essi esaminano in particolare le tendenze, e quindi possono prospettare quanto a lungo un movimento direzionale possa durare.
Quella riportata in figura illustra il secondo strappo rialzista partito a fine 2005, una volta conclusasi la correzione dell’onda (2) o (B) precedente. Di conseguenza, ora ci troveremmo in piena onda (3) o (C) di pari grado, in questo caso Primario.
La struttura evidenzia l’estensione dell’ultima onda (5) di grado Intermedio (extension three), che sembra voler consolidare i livelli fin qui raggiunti scaricando gli eccessi attraverso la sotto-onda 4, in formazione e ancora da definire. Al termine di questa fase, verosimilmente le quotazioni si porteranno al disopra di 1,50 dollari, livello che finora ha resistito alla spinta rialzista dell’euro.
Questa ovviamente e’ la previsione derivante dall’analisi elliottiana, che seguendo precise regole e linee-guida, ammonisce che il forte trend in essere e’ ancora lungi dall’esaurirsi, tant’e’ che se l’euro dovesse ripartire in tempi brevi il grafico assumerebbe l’aspetto parabolico tipico dei momenti di forte speculazione.
I primi segnali di debolezza comparirebbero al cedimento del supporto di 1.43, che al momento appare solido, mentre il rischio di un’inversione della tendenza si avrebbe solo sotto l’area degli 1,40.
Le oscillazioni delle valute dipendono principalmente dalle politiche monetarie adottate dalle Banche Centrali, tuttavia sino ad ora questa teoria si e’ ben prestata all’elaborazione di strategie per il medio-lungo periodo.

L’ S&P500 chiude l’anno in positivo.

di Borsaplus
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L'indice S&P500, il piu' rappresentativo tra quelli americani, conclude l'anno in positivo (+5,5%), dando cosi' la prima delusione ai "catastrofisti" che, pertanto, dovranno aspettare la fine del prossimo dicembre per sperare di trovare conferme alla loro visione "nera" del mondo, oltreche' della borsa.
Attenzione, non e' che le acque siano del tutto limpide. Ma quando mai lo sono state del tutto? La borsa riflette l'economia che a sua volta riflette le scelte dei consumatori in un contesto, si badi bene, di economia di mercato e quindi di continua evoluzione, con novita' che spuntano ogni giorno da dietro l'angolo e che finiscono per mettere n sempre in crisi qualche equilibrio precedente. Poi ci sono le grandi tematiche: tra queste soprattutto l'energia, causa di tanti sconquassi geopolitici.
Se ci si pensa bene pero' anche in passato ci sono stati sempre problemi, incertezze e interrogativi sul futuro.
La grande capacita' dei mercati finanziari e' quella di muoversi complessivamente nella direzione giusta e cio' avviene scontando sui prezzi le aspettative sul futuro. Anche la bolla internet della fine degli anni novanta -per chi l'ha vissuta- in fondo al momento rappresentava un'incognita. In tanti pensavano che con internet si risolvessero tutti i problemi del mondo (ricordate certe affermazioni di Clinton?) e pochi sapevano esattamente cosa tutto cio' avrebbe comportato in termini di valutazioni delle azioni. Quindi, con i dati dell'epoca, certi prezzi azionari non erano del tutto "folli". Lo sono diventati rapidamente quando i tassi federali americani sono stati portati al 6% e quando e' arrivato l'11 sett. 2001. Questi due fatti hanno riportato tutti con i piedi per terra. Il messaggio rapidamente recepito dai mercati finanziari e' stato questo: "l'umanita' e' sempre quella, niente e' davvero cambiato". E quindi la crisi nera delle borse del 2001/2003. Poi e' tornata pian piano la fiducia e c'e' stata la lenta risalita delle quotazioni.
Con la crisi dei 'subprime' tutto sembra di nuovo tornato in discussione. I mercati -affermano i soliti "catastrofisti"- sono pronti a scoppiare sotto il peso dell'indebitamento globale.
Probabilmente invece non succedera' niente di drammatico. Ma pensare che sia finita qui sarebbe forse troppo ottimistico. Tuttavia a differenza del '29 ora le banche centrali sanno come intervenire quando la situazione si ingarbuglia troppo. E non e' detto che alla fine non abbia ragione la Cohen, capo strategist di G. Sachs, che prevede S&P500 oltre 1600 pt. a fine 2008 (oggi in area 1500).
Graficamente la situazione dell'indice S&P500 si presenta piuttosta chiara: nel 2007 ci sono state tre ondate ribassiste e tre rialziste (v. i due grafici in basso), ben descritte dalle rette sui prezzi e sull'indicatore RSI. Da notare che il minimo di agosto e' stato superiore a quello di marzo e quello di novembre superiore a quello di agosto. Anche il massimo di ottobre e' stato superiore a quello di luglio. Al momento l'evoluzione dell'ultimo rialzo e' ancora molto incerta e per arrivare a superare il massimo di ottobre e' necessario arrivare intorno a quota 1600.
Un indicatore che noi di BorsaPlus usiamo e' quello della figura soprastante. E' un indicatore del sentiment del mercato Usa di nostra costruzione: ebbene guardandolo se ne deduce che tutto sommato nel 2007 non c'e' stato troppo sconquasso.
Nei prossimi mesi bisognera' monitorare i segnali provenienti dalle aziende. Quindi attenzione agli utili.
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