giovedì 15 marzo 2007

Didattica

Premessa.

Non e’ nell’intento di questa sezione della rubrica affrontare le varie metodologie operative applicabili dallo studio dell'analisi tecnica dei grafici, poiché ciò impegnerebbe un campo troppo vasto; tuttavia ritengo sia importante conoscere la tecnica di base su cui impostare un acquisto (vendita) basandosi su principi statisticamente validi.

Essendo la nostra analisi fondata essenzialmente sull’ osservazione dei grafici, e’ proprio su di essi che focalizzeremo la nostra attenzione. Vi sono molti tipi di grafici anche molto diversi fra loro, ma quelli che ci interessano sono due: lineari (hanno un solo riferimento: la chiusura) e a barre (o a candele giapponesi, ormai i più diffusi). Ogni singola barra (candela) che va a formare un grafico e’ costituita da quattro elementi: apertura, massimo, minimo, e chiusura. Quindi ogni barra contiene l’oscillazione dei prezzi dell’intero periodo che essa rappresenta (dieci minuti, un’ora, un giorno, ecc.).

L’esempio illustra un classico grafico a barre. Il breve segmento a sinistra mostra sempre l’apertura, mentre quello a destra sempre la chiusura.



L’esempio in figura mostra due candele di un grafico a candele giapponesi (candlestick): una rialzista (chiusura maggiore dell’apertura) dall’aspetto bianco perché bianco e’ lo sfondo (vuota quindi); l’altra ribassista (chiusura minore dell’apertura) dall’aspetto scuro (piena).

Si sarà notata la similitudine fra i due tipi di grafico, la differenza sostanziale consiste nell’immediatezza della lettura del candlestick. A volte si può sentir parlare di barre intendendo dire “candele”: l’errore e’ minimo in quanto i due grafici sono strutturati allo stesso modo, ecco perché li si può far rientrare in un’unica categoria. Per semplificazione si userà sempre il termine “barre”.

Considerazioni.

Un trend (tendenza) e’ caratterizzato da una serie di impulsi di onde che procedono nella stessa direzione.
Nei casi in cui non vi sia tendenza, sul grafico appare un movimento ciclico orizzontale (trading range), i cui punti di riferimento sono solo i minimi e i massimi del campo d’oscillazione. E’ principalmente durante questa fase che si dovrà porre la massima attenzione, poiché i TS sono molto meno efficaci e puntuali, tanto da produrre a volte delle perdite. La fase di trading range si esaurirà con la ricomparsa di un nuovo trend.


Operatività.

Quando il nostro sistema esperto ci da` un segnale di vendita o di alleggerimento delle posizioni acquisite, noi eseguiamo l’operazione aspettando che poi ci dia l’input per rientrare. Tutto questo non va messo in discussione perché il TS, e’ dimostrato, ha quasi sempre ragione. Nel caso pero` che il TS abbia fatto due o tre imprecisioni consecutive, ci avverte che non ci troviamo più in fase di trend, ma di congestione che poi potrebbe mutarsi in trading range. A questo punto se si vuole trarre profitto anche da questa situazione si deve mutare strategia: qui entra in gioco quanto appena accennato sull’aspetto delle barre.
Ogni volta che i prezzi scendono in prossimità del supporto si osserva che le barre sono quasi tutte scure (l’opposto quando salgono): al momento in cui il massimo della prima barra bianca (vuota) che compare viene superato, proprio in virtù del fatto che si e’ in presenza di un supporto, si entra in acquisto con stop immediatamente sotto il recente minimo. La resistenza, ovvero il massimo precedente sarà l’obbiettivo da raggiungere; lo stesso procedimento si adotterà ragionando all’inverso per uscire, sostituendo la barra bianca con una scura, che annuncia che i prezzi stanno girando nuovamente.
A

Nell’esempio riportato si può notare come la metodologia suggerita consenta di operare col minimo rischio sui bordi più estremi del trading range. “Inverted hammer” e’ il nome di un pattern assimilabile in questo caso ad una barra scura.