domenica 27 gennaio 2008

Continua l’onda 4.


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Purtroppo gli indici europei brancolano nel buio, ogni volta e per sempre in attesa dell’apertura dei mercati americani, e solo allora acquistano credibilità nel loro movimento. Mi sono spesso chiesto perché non aprano direttamente nel pomeriggio, e mi domando anche come qualcuno insista ancora col trading orario. Il vero lavoro inizia nelle due ultime ore di contrattazioni, prima e’ solo una perdita di tempo, il volume degli scambi conferma quanto appena detto, e due ore sono troppo poche per un trader.
L’indice delle bluechips limita le perdite della settimana al –4,35%. Guarda caso l’ S&P500 nello stesso periodo recupera un +0,41%. La minaccia di una recessione viene dall’America, ma come sempre a rimetterci sono gli altri. Non e’ anti-americanismo il mio, tutt’altro: siamo noi ad esser privi di un mercato indipendente che proceda con una sua logica, e che soprattutto guardi cosa succede in casa propria. Detto questo, veniamo alla nostra analisi di fine ottava.
Premesso che la tendenza di medio periodo e’ al ribasso, abbiamo assistito ad un buon recupero del nostro indice che ha rimbalzato con forza dal supporto di 32140. Ora stiamo assistendo ad un consolidamento-verifica dei livelli toccati, che potrebbe estendersi fino ai 36000 pt. dove transita una trendline di breve periodo, che però potrebbe anche non essere raggiunta. Il conteggio di Elliott proposto, infatti, identifica l’attuale oscillazione dei prezzi come una sotto-onda 4 di grado Intermedio, che a giudicare dalla MM rossa di brevissimo periodo, potrebbe esser già in via d’esaurimento. Anzi una discesa sotto a 33845, dovrebbe confermare la continuazione della discesa dei prezzi verso il supporto di 32140, che secondo dottrina (di Elliott) dovrebbe cedere a formare l’ultima sotto-onda 5 di pari grado.
Anche l’analisi tecnica tutto sommato pare concordare con quanto appena detto, nel senso che se i prezzi non si porteranno quanto prima al di sopra dei 35000 pt. ma principalmente oltre i 36500, assisteremo ad ulteriori abbrivi ribassisti. L’indicatore d’ipervenduto da me usato ha raggiunto gli attuali livelli solo nel 2001 e nel 2002, ma non mostra ancora divergenze coi prezzi. Attenzione quindi a non cadere nei tranelli causati dalla forte volatilità del momento per inseguire rimbalzi zoppi.

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