lunedì 28 gennaio 2008

Borse.

La crisi borsistica colpa di un trader europeo? E anche il ribasso dei tassi della Fed?
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di Borsaplus
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Lunedi 21 gennaio avevamo scritto un pezzo quasi di 'colore' sul crollo delle borse europee. C'era qualcosa di strano, difficile da decifrare. Per chi bazzica i mercati finanziari da piu' di venti anni, come il sottoscritto, che il crollo generalizzato partisse dall'Europa, e a mercati Usa chiusi per festivita', era qualcosa di mai visto, di assurdo, di inesplicabile. A fine seduta - passata gia' alla storia come il lunedi nero - l'indice dei maggiori titoli europei aveva perso la bellezza del 7,33%.Terrorizzato il chairman della Fed Bernanke il giorno dopo -prima dell'apertura dei mercati americani - ha abbassato di 75 punti base i tassi interbancari a breve, i Fed funds, portandoli al 3,50%.La misura e' stata efficace. Le borse hanno scalciato ancora un po', poi nei giorni successivi e' tornato un minimo di sereno.
Ora sappiamo come e' andata. Ma la storia ha dell'incredibile. Non ci eravamo sbagliati quando finivamo il commento della giornata del 21 affermando che era roba da raccontare ai nipoti. Dunque, a far crollare le borse europee sarebbe stato un giovane trader, uno solo, di poco piu' di trent'anni, interno alla banca francese Societe' Generale, la terza a livello nazionale. E lo avrebbe fatto -il condizionale e' d'obbligo- di nascosto dei dirigenti della banca. Cosa avrebbe combinato costui? A leggere le ricostruzioni si sarebbe posizionato prima della fine dell'anno con i derivati al ribasso guadagnando anche qualcosa, poi con l'inizio dell'anno si sarebbe convinto che una certa positivita' era alle porte e avrebbe scommesso invece sul rialzo. Cifre colossali si badi bene, non quache milione di euro, si parla infatti di 40/50 miliardi di euro (detto in lire suona piu' chiaro: ottanta/centomila miliardi). Per rendere meglio l'idea dell'anomalia basti dire che la banca capitalizza in borsa soltanto 34 miliardi.
Senonche' le borse nei primi giorni dell'anno invece di salire si sono messa a scendere e il giovanotto ha incominciato ad accumulare perdite colossali. Ora i dirigenti della banca ci dicono che non sapevano niente di quanto stava accadendo, che il giovane era un esperto informatico, che li aveva ingannati, ecc. ecc. Ma trapela anche che il trader non avrebbe guadagnato ne' perso personalmente un euro in tutte le operazioni messe in atto. Operava insomma per la banca e basta. E la sua sola colpa sarebbe pertanto l'essersi messo nella direzione sbagliata.
Quando nel week end del 19/20 gennaio per caso (?!) in Societe' Generale si sono accorti dell'enorme buco che si stava producendo hanno dato ordine di chiudere tutte le posizioni per la giornata di lunedi. In parole povere hanno riversato sul mercato le posizioni in portafoglio con la conseguenza che si e' prodotto un ribasso forsennato sui mercati europei. A sua volta il ribasso innescato ha allargato il buco di Societe' Generale. Conto finale per la banca: -4,9 miliardi. Una mini manovra finanziaria di uno stato delle dimensioni dell'Italia.
Che dire? Mah! A leggere i commenti sui blog finanziari c'e' da scoraggiarsi e vien voglia di cambiar mestiere. Una folla incredibile di commentatori perde il suo tempo a scrivere di cose che in genere non conosce, spesso all'unico scopo di straparlare dell'America, nell'ottica tutta italiana di falsificare la realta' parlando bene di chi fa in genere male e viceversa. E' una realta' farsesca il cui risultato lo si vede nella crisi drammatica di questo paese, ormai "ingovernabile". Ma la malattia e' in una certa misura europea. Dopo quanto emerso si spiegano meglio i comportamenti anomali degli indici europei principali, come il Dax (borsa tedesca), il Cac (b. francese) e l'Eurostoxx50 (principali titoli europei). A fargli fare quelle evoluzioni mostruose cui quasi tutti i giorni assistiamo (chi opera in borsa le conosce molto bene e sa che causano forti perdite ai piu' sprovveduti) sono dunque i trader delle banche e non certo i trader individuali (che muovono cifre ridicole), ne' tantomeno il risparmio gestito. Cose simili - e' doveroso sottolinearlo - non accadono sugli indici americani principali come, per citare il piu' importante, lo S&P500. Questi si muovono sulla base di notizie (macro, societarie, ecc.) non sull'onda della speculazione folle, come nel caso europeo, gestita direttamente dalle banche. Che queste sperino di fare soldi operando in borsa e' un'anomalia tutta continentale ed e' figlia di una storia e di una politica che a livello di facciata predica la solidarieta', il sociale, e tutte le cianfrusaglie buoniste che sappiamo, e dietro fa affari come il peggiore degli speculatori. Perche' le banche non dovrebbero fare altrettanto? Solo che qualche volta ci rimettono, come abbiamo visto, le penne. E noi normali investitori con loro (Enel ha perso in borsa nella sola giornata di lunedi il 12,75%).
Verrebbe da dire, speriamo che la lezione sia servita a qualcosa. Ma non mi pare che il clima sia quello giusto. Le banche in Europa sono infatti troppo potenti. Si dovrebbe invece intervenire (Sarkozy, l'Europa, la Bce) per limitare questi fenomeni, e dovrebbe poi scatenarsi il dibattito a tutti i livelli sulla "mission" delle banche.
E invece che cosa accade? Televisioni e giornali riducono in sostanza il fatto ad una ragazzata di un trader di banca poco avveduto ma con una grande smania di mettersi in mostra verso i propri dirigenti.
Mettiamo infatti che gli fosse andato tutto bene. Avremmo mai saputo qualcosa della folla speculazione finanziaria messa in atto? La domanda appartiene ovviamente ad una delle figure retoriche piu' note.

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