mercoledì 2 gennaio 2008

L’ S&P500 chiude l’anno in positivo.

di Borsaplus
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L'indice S&P500, il piu' rappresentativo tra quelli americani, conclude l'anno in positivo (+5,5%), dando cosi' la prima delusione ai "catastrofisti" che, pertanto, dovranno aspettare la fine del prossimo dicembre per sperare di trovare conferme alla loro visione "nera" del mondo, oltreche' della borsa.
Attenzione, non e' che le acque siano del tutto limpide. Ma quando mai lo sono state del tutto? La borsa riflette l'economia che a sua volta riflette le scelte dei consumatori in un contesto, si badi bene, di economia di mercato e quindi di continua evoluzione, con novita' che spuntano ogni giorno da dietro l'angolo e che finiscono per mettere n sempre in crisi qualche equilibrio precedente. Poi ci sono le grandi tematiche: tra queste soprattutto l'energia, causa di tanti sconquassi geopolitici.
Se ci si pensa bene pero' anche in passato ci sono stati sempre problemi, incertezze e interrogativi sul futuro.
La grande capacita' dei mercati finanziari e' quella di muoversi complessivamente nella direzione giusta e cio' avviene scontando sui prezzi le aspettative sul futuro. Anche la bolla internet della fine degli anni novanta -per chi l'ha vissuta- in fondo al momento rappresentava un'incognita. In tanti pensavano che con internet si risolvessero tutti i problemi del mondo (ricordate certe affermazioni di Clinton?) e pochi sapevano esattamente cosa tutto cio' avrebbe comportato in termini di valutazioni delle azioni. Quindi, con i dati dell'epoca, certi prezzi azionari non erano del tutto "folli". Lo sono diventati rapidamente quando i tassi federali americani sono stati portati al 6% e quando e' arrivato l'11 sett. 2001. Questi due fatti hanno riportato tutti con i piedi per terra. Il messaggio rapidamente recepito dai mercati finanziari e' stato questo: "l'umanita' e' sempre quella, niente e' davvero cambiato". E quindi la crisi nera delle borse del 2001/2003. Poi e' tornata pian piano la fiducia e c'e' stata la lenta risalita delle quotazioni.
Con la crisi dei 'subprime' tutto sembra di nuovo tornato in discussione. I mercati -affermano i soliti "catastrofisti"- sono pronti a scoppiare sotto il peso dell'indebitamento globale.
Probabilmente invece non succedera' niente di drammatico. Ma pensare che sia finita qui sarebbe forse troppo ottimistico. Tuttavia a differenza del '29 ora le banche centrali sanno come intervenire quando la situazione si ingarbuglia troppo. E non e' detto che alla fine non abbia ragione la Cohen, capo strategist di G. Sachs, che prevede S&P500 oltre 1600 pt. a fine 2008 (oggi in area 1500).
Graficamente la situazione dell'indice S&P500 si presenta piuttosta chiara: nel 2007 ci sono state tre ondate ribassiste e tre rialziste (v. i due grafici in basso), ben descritte dalle rette sui prezzi e sull'indicatore RSI. Da notare che il minimo di agosto e' stato superiore a quello di marzo e quello di novembre superiore a quello di agosto. Anche il massimo di ottobre e' stato superiore a quello di luglio. Al momento l'evoluzione dell'ultimo rialzo e' ancora molto incerta e per arrivare a superare il massimo di ottobre e' necessario arrivare intorno a quota 1600.
Un indicatore che noi di BorsaPlus usiamo e' quello della figura soprastante. E' un indicatore del sentiment del mercato Usa di nostra costruzione: ebbene guardandolo se ne deduce che tutto sommato nel 2007 non c'e' stato troppo sconquasso.
Nei prossimi mesi bisognera' monitorare i segnali provenienti dalle aziende. Quindi attenzione agli utili.
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