giovedì 3 aprile 2008

La recessione e’ solo uno spauracchio?

L’intervento di mercoledì di Ben Bernanke al Joint Economic Committee era atteso, per quanto mi riguarda, nella maniera in cui si e’ svolto. Non si poteva nascondere ulteriormente la verità sui rischi reali di una recessione, probabilmente già in essere, addolcendo però la pillola con proclami di una ripresa economica molto vicina. “Talmente vicina che arriverebbe ancor prima che la recessione stessa si manifesti” aggiungo io. E’ la maniera mediatica di dire le cose non come sono, ma come la gente vuol sentirle.Per dire che si sta entrando in recessione si dice stiamo assistendo ad un rallentamento dell’economia; per dire che potremmo assistere ad un crollo del mercato si dice che si avrà una contrazione dello stesso, subito precisando che vi sarà un atterraggio morbido; e ancora, parlando di inflazione si dice che ci sarà una diminuzione della domanda.Purtroppo questa e’ una vecchia regola che da sempre vige nel mercato, anche e soprattutto in quello americano, che nella crisi del 2000 vedeva abolita la parola “vendere” dal suo dizionario. I gestori proibivano letteralmente ai loro operatori e promotori di usare con la clientela questa terrificante parola. Alcuni gestori più illuminati consentivano di parlare di alleggerimento delle posizioni, e via dicendo.La storia tende a ripetersi, anche se con modalità diverse, e anche stavolta non vi saranno eccezioni. Queste cose le leggevo in un testo americano molto importante pubblicato per la prima volta negli anni ‘quaranta: “Technical Analysis of the Stocks Trend” di Morphy & Edwards. Nel testo, oltre all’analisi tecnica classica, si fa un interessante riferimento anche agli aspetti psicologici del mercato.

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