martedì 22 gennaio 2008

Giornata da dimenticare.


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Occorrerà invece ricordarsene bene di questa “giornata da dimenticare”. Una rapida occhiata alla grafica evidenzia come il breakout di luglio della MM semi-adattiva, che si adegua automaticamente al ciclo trasformandosi in un vero e proprio supporto (resistenza) mobile, stia determinando l’inizio di un’inversione di tendenza.
Il tonfo di lunedì non prende di sorpresa i nostri lettori; quello che desta perplessità e’ la violenza con cui si schianta il supporto di 35000, e che fa supporre che la mattanza sia appena iniziata. Da un certo punto di vista e’ una fortuna che il supporto abbia ceduto, così nessuno ha potuto abboccare all’amo del rimbalzo. I prossimi livelli di riferimento, anche se di scarsa affidabilità, si collocano rispettivamente a 32000 e 31000.
L’intera fase ora si può collocare in quell’ambito correttivo, che già da due anni avevo ipotizzato come due gigantesche onde A (crollo del 2000) e B (la lunga risalita dal 2003), alle quali sta facendo seguito la terza: una C (extension 3) di pari grado. Se tale funesta ipotesi trovasse conferma l’obbiettivo si porrebbe ben al disotto dei 28500 pt. che rappresentano il territorio dell’onda (A) di grado inferiore. Se così non fosse, questa grande C si trasformerebbe in un onda (4) di grado inferiore e si ripartirebbe verso nuovi massimi. Ecco il perché dell’inutilità della pur affascinante teoria di Elliott. Non vi sono mai certezze e nessuno ci azzecca mai, e qualora ci riuscisse sarebbe solo un caso. Non per nulla in questo periodo sono stati ritirati da siti e blogs i grafici e gli articoli che promettevano nuovi massimi. Anche il conteggio illustrato in questa pagina di per sé non ha alcun senso, in quanto può essere smentito e quindi cambiato, già dalla prossima settimana. Ciò che conta e’ il messaggio fornitoci dall’analisi tecnica, che a seguito di una banale rottura di un’altrettanto banale MM, ci ha messo in allerta fin dall’estate scorsa. Inutile chiudere la stalla ora che i buoi sono scappati. Vediamo ora come reagiranno i mercati americani alla riapertura dalla festività.

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